Bagolaro caduto in corso Roma: “Intensificheremo i monitoraggi”
Il vice sindaco Lelli: "Anche le condizioni climatiche sempre più estreme, purtroppo, non aiutano"
ACQUI TERME – Nella mattinata di domenica un altro bagolaro è collassato improvvisamente al suolo. Questa volta è capitato a una delle piante presenti nel tratto di marciapiede tra corso Roma e viale don Tornato. Fortunatamente, nella caduta non sono stati coinvolti pedoni o automobilisti di passaggio. Si tratta del secondo caso dopo quello dello scorso dicembre in corso Bagni.
Questa mattina sono state portate a termine le ultime operazione di taglio e smaltimento dei rami e delle parti di fusto ancora presenti sul posto: “Da quanto ci ha riferito l’agronomo incaricato dal Comune – spiega il vice sindaco Alessandro Lelli – anche in questo caso il cedimento del fusto sarebbe da ricondurre alle precarie condizioni delle radici, intaccate dallo stesso fungo individuato sul bagolaro di zona Bagni”. Una situazione che, inevitabilmente, sta preoccupando sia i cittadini che la stessa amministrazione: “Le piante del viale vicine a quella caduta erano già state controllate un paio di anni fa, ma l’esperto ci ha spiegato che le particolari condizioni climatiche stanno avendo ripercussioni anche sullo stato di “salute” delle radici. I lunghi periodi siccità combinati ad improvvise e forti piogge possono influire sulla stabilità stessa di quelle piante già di per sé problematiche”.
“Un patrimonio di 5mila piante”
Già dallo scorso dicembre l’amministrazione comunale ha dato il via al monitoraggio completo del patrimonio arboreo cittadino: “Parliamo di circa 5mila piante. Il nostro agronomo – sottolinea il vice sindaco – sta procedendo con controlli strumentali che sono in grado di stabilire se una pianta è sana o a rischio crollo. A oggi abbiamo individuato circa 300 alberi a rischio, di questi una trentina sono già stati abbattuti. Ci sono, però, anche non pochi casi di piante ancora non compromesse ma che necessitano comunque di controlli periodici. Di solito queste verifiche si fanno una volta l’anno, ma ho chiesto di ridurre le tempistiche ad almeno sei mesi”.
Ovviamente, i primi fusti ad essere stati (ri)messi sotto osservazione sono quelli di corso Roma: “Sappiamo che si tratta di una situazione che non riguarda solo Acqui ma anche altre città della provincia. Voglio rassicurare gli acquesi – aggiunge Lelli – sull’impegno del Comune nel garantire la sicurezza dei cittadini, per noi l’aspetto primario. Mi preme anche sottolineare, però, che il monitoraggio delle piante è un processo lungo che richiede valutazioni specifiche e decisioni ponderate. Il nostro patrimonio arboreo, infatti, è molto vasto e dalla presenza secolare, e il compito di chi amministra è anche quello di tutelarlo. Ogni pianta eradicata, lo ripeto ancora una volta, sarà sempre sostituita con un’altra che ne prenderà il posto”.