Rapetti: “Concessioni: dal 2025 servirà sistema flessibile”
"Attenzione alla variabile giudiziaria, ma se la Regione potesse intervenire sulla ricerca dell'acquifero..."
ACQUI TERME – Venerdì sera all’ex Kaimano è andato in scena il convegno organizzato dal Rotary di Acqui Terme nel corso del quale l’imprenditore Bruno Lulani, ex presidente di Confindustria Alessandria, ha presentato il piano di sviluppo per il futuro del termalismo acquese da lui elaborato in collaborazione con il Politecnico di Torino e l’Università di Genova.
Tra i vari interventi della serata – tra cui quello di Gianni Ravazzi, consulente per la coesione territoriale che ha illustrato il percorso di elaborazione tecnica della strategia d’area che farà da asse portante all’azione progettuale per la coesione territoriale tra i 55 Comuni di Acquese e Ovadese, di Mariano Rabino, presidente dell’Atl Langhe Roero e Monferrato, del sindaco di Ovada Paolo Lantero e degli assessori regionali Vittoria Poggio e Marco Protopapa – anche quello conclusivo del sindaco di Acqui Terme Danilo Rapetti.
“Il pubblico deve riappropriarsi delle acque”
Il primo cittadino acquese ha voluto in primis ringraziare Lulani “per l’impegno e l’amore dimostrato per la nostra città e per essersi speso in prima persona, anche economicamente, per promuovere tutta questa serie di studi e ricerche”. Studi che Rapetti ha definito “fondamentali non solo dal punto di vista scientifico, ma anche da quello pratico perché sapere quali sono i punti di risalita delle acque potrà portare all’emanazione di nuovi bandi. In tal senso, la proposta che ho avanzato alla Regione è quella di avere un sistema flessibile, in modo che le nuove concessioni non vadano a cristallizzarsi per ulteriori 20 anni. C’è il rischio, infatti, che imprenditori illuminati dopo qualche anno perdano l’illuminazione”.
L’idea di Rapetti mira a una forma giuridica “in cui il pubblico si riappropri della gestione delle acque, persa nel 2016, attraverso una forma consortile che coinvolga Comune e Regione e che si apra a quei privati che dimostrano di avere reali capacità finanziarie e progettuali per poter gestire le acque al meglio”.
In merito ai rapporti con Pater il sindaco ha poi sottolineato che nonostante le tutele legali già avviate da Regione e Comune “il dialogo con le Terme non è interrotto e speriamo ancora di salvare un pezzo di stagione”. Sui possibili “contenziosi” per giungere alla revoca delle concessioni e sulle tempistiche che potrebbero derivarne Rapetti ha ricordato che “a Terme di Acqui non mancano gli avvocati. La variabile giudiziaria potrebbe portarsi via quei due o tre anni che ci separano alla naturale scadenza. Se però sarà appurato che la Regione è in possesso degli strumenti normativi per intervenire direttamente, come credo, sulla ricerca dell’acquifero è chiaro che questa procedura diventerebbe immediatamente spendibile. Avere le Terme “vere” – ha aggiunto Rapetti – significa che anche la sanità termale potrà espandersi a 360 gradi a tutto l’ambito curativo, ad esempio quello della riabilitazione, con un interesse diretto della Regione su questi aspetti attraverso l’Asl e direttamente. Spero che entro il 2025 anche su questo avremo delle belle e concrete sorprese positive”.