Pd Acqui: “Pater è venuto meno ai propri obblighi verso la città”
Una stoccata anche a Rapetti: "Prima di essere eletto diceva che la situazione sarebbe cambiata..."
ACQUI TERME – “La città deve ripartire. La non apertura dell’ormai unico reparto cure significa mettere in ginocchio una comunità e lasciare senza lavoro i dipendenti delle Terme a cui va tutta la nostra solidarietà e sostegno”: il circolo del Partito Democratico di Acqui Terme torna a esprimere il proprio dissenso per un situazione di stallo che sta causando ferite sempre più difficili da rimarginare.
Il Pd acquese sottolinea le responsabilità di Terme di Acqui Spa nei confronti di un’intera città: “La famiglia Pater gestisce, in concessione, un bene pubblico, l’acqua termale, svolgendo in convenzione con il Servizio Sanitario regionale un servizio pubblico sanitario. Da tutto ciò derivano per la società responsabilità relativamente a funzioni pubbliche”.
“Attività in contrasto con l’utilità sociale”
Una nota di rammarico, poi, i ‘dem’ la riservano anche al sindaco Rapetti, “che in campagna elettorale comunicava ai cittadini che con il cambio di Amministrazione e la sua elezione sarebbe cambiato il rapporto con la famiglia Pater e la situazione delle Terme. Ormai si può affermare che non è andata così”.
I membri del circolo ‘Raffaello Salvatore’, poi, ricordano ad Alessandro Pater che “l’articolo 41 della Costituzione stabilisce che l’attività economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale. In Acqui un’impresa che, fino ad oggi, ha il monopolio delle acque termali e mantiene chiuse tutte le sue strutture determina un grave danno agli altri operatori alberghieri, ai commercianti e provoca una ricaduta economica negativa su tutta la città. La Terme di Acqui Spa è venuta meno agli obblighi derivanti dalla concessione delle acque e convenzione con il SSN e ciò è un fatto ormai accertato”.