L’arrivederci de ‘I Caffi’: “Dopo 46 anni giusto tirare il fiato”
Lo storico ristorante di borgo Pisterna ha chiuso i battenti: "Ora si apre un nuovo ciclo"
ACQUI TERME – La ristorazione acquese saluta quella che per tanti è stata senza dubbio una delle sue istituzioni: lo storico ristorante ‘I Caffi’ di borgo Pisterna chiude i battenti dopo quasi 47 anni di attività.
Una decisione giunta senza rimpianti e condizionata da motivi prettamente familiari. “Dopo tutti questi anni abbiamo deciso di tirare un po’ il fiato – spiega Sara Chiriotti, titolare del locale insieme a mamma Bruna e papà Paolo – perché questo è un lavoro che regala enormi soddisfazioni ma che richiede anche tanto sacrificio. I miei genitori si meritano un po’ di riposo, ora potranno godersi i nipotini”.
Quello della famiglia Chiriotti, tuttavia, non è un addio, “continueremo infatti l’attività con servizi di cucina a domicilio in occasione di matrimoni, eventi privati e feste a sorpresa. Abbiamo già diverse prenotazioni”.
“Ora una nuova vita lavorativa”
Per Sara e i suoi genitori inizia, quindi, una nuova vita lavorativa, “meno frenetica e più sostenibile anche fisicamente parlando. Dopo aver dato tanto a questo mestiere i miei genitori se lo meritano davvero”.
Una notizia che lascia un po’ di tristezza nei tanti clienti che in tutti questi anni hanno avuto modo di apprezzare la cucina di Bruna e Paolo, nel ristorante che dal 2013 ha avuto sede in cima alla salita di via Scatilazzi: “Certamente – commenta Sara – c’è stata un po’ di sorpresa da parte dei clienti quando hanno appreso dell’imminente chiusura, ma hanno compreso la nostra decisione dimostrandoci parecchio affetto e ringraziandoci per i tanti anni di servizio”.
Da Cassinasco ad Acqui
La storia de ‘I Caffi’ inizia nel 1976 a Cassinasco, poi nel 2005 il trasferimento ad Acqui in via Verdi, e otto anni più tardi quello nell’antico palazzo Comunale del 1500, in pieno centro storico.
Una tradizione gastronomica di alto livello, consacrata da ben vent’anni fregiati dal prestigioso riconoscimento della stella Michelin, con assegnazione ininterrotta dal 2012, “e anche per questo motivo non è stata certo una decisione presa a cuor leggero, ma ormai era davvero giunto il momento, e di questo ne sono consapevoli anche i miei genitori”. Una scelta – e Sara tiene a sottolinearlo – che non è dipesa da motivazioni di natura economica, “anche se con la pandemia un certo contraccolpo l’abbiamo avuto senza dubbio, per non parlare dei conseguenti aumenti delle utenze, ma i tanti anni di esperienza alle spalle ci hanno comunque consentito di andare avanti in maniera tutto sommato sostenibile”.
Non un addio, quindi, bensì un arrivederci, “e un ringraziamento a tutti coloro che hanno sempre creduto in noi e che in qualche modo continueranno a farlo”.