Linee vecchie o dismesse, i problemi delle ferrovie in provincia
Legambiente sottolinea le criticità e dà qualche idea. Nel 2030 treni veloci da Genova?
A riprova che il trasporto ferroviario in provincia di Alessandria abbia molti problemi ci pensa il report Pendolaria 2023 di Legambiente, in cui si segnala le criticità di chi si sposta in treno e evidenzia le linee peggiori d’Italia: ancora una volta ne compare una che ci interessa direttamente, ma non solo. Anche quelle in province limitrofe mi cui disagi di fatto si ripercuotono su molti passeggeri locali.
Il rapporto vuole essere da stimolo per proseguire nelle migliorie della rete ferroviaria, anche se i lavori sono lunghi e costosi. Il ritardo infrastrutturale – dice Legambiente – si comunque fa sentire.
Zero treni nuovi
Il Piemonte dopo la pandemia ha perso quasi un terzo dei suoi passeggeri, sia per cambi di vita (remote working) sia per diverse scelte sulla mobilità. L’età media dei convogli piemontesi è 15,1 anni (la media italiana si aggira introno a quella età), con oltre il 40% dei treni con più di 15 anni. Dei quasi 2 mila km di rete ferroviaria piemontese il 59,7% è a binario semplice (1.157 Km) e per fortuna solo il 27% non è elettrificato. Lo stanziamento per il trasporto ferroviario sul bilancio regionale è lo 0,56% e nel 2021 quello per il materiale rotabile (treni, carrozze, locomotive, merci…) è stato di 0 (zero) milioni di euro.
Le linee ferroviarie peggiori
Non è in provincia ma interessa direttamente tantissimi pendolari che vanno nella City lombarda: la Mortara-Milano è tra le peggiori e inaffidabili di tutta Italia. Sovraffollata, spesso in ritardo: un calvario per i 20 mila passeggeri al giorno. La Milano-Mortara grida al raddoppio della linea, ma gli interventi infrastrutturali sono ancora da completare.
Genova-Acqui-Asti
46 km di binario unico su 63, il raddoppio almeno fino a Ovada è d’obbligo. Invece i problemi persistono, soprattutto d’estate quando spesso le corse vengono sostituite con bus. Legambiente sottolinea poi il mancato coordinamento tra Piemonte e Liguria che di fatto gestiscono separatamente la tratta, fino al confine di competenza. Asti-Acqui e Acqui-Genova sono di fatto separate, così chi percorre l’intera tratta rischia di perdere le coincidenze.
Sulla Acqui-Genova sono finalmente previsti alcuni investimenti da RFI, con circa 84 milioni di fondi Pnrr. Nel dettaglio si tratta di circa 20 milioni per eliminare la frana a Mele con una nuova galleria e ripristinare il secondo binario; saranno poi modificati i binari alla stazione di Campo e realizzato un sottopasso alla stazione di Prasco. Queste migliorie permetteranno incroci dei treni più veloci e regolari.
Linee chiuse
La provincia e i territori vicini è segnalata anche per le linee dismesse almeno dal 2000 ad oggi. La Tortona-Novi Ligure è chiusa dal 2012, così la Alessandria-Ovada, in totale 53 km di strade ferrate inutilizzate. Passano vicino la Alba-Asti-Nizza, la Chivasso-Asti, Asti-Castagnole e poi la Vercelli-Casale Popolo. Altri 156 Km circa di ferrovia abbandonata.
Legambiente vede indispensabile riattivare la Novara-Vercelli-Casale-Alessandria, con eventuale elettrificazione, e la linea Alba-Asti-Alessandria. In entrambi i casi si arriverebbe a destinazione in un’ora.
Qualcosa si muove
Tra i lavori con data di scadenza 2030 ce ne sono alcuni che potrebbero migliorare la vita ai pendolari per la Liguria. I lavori del Terzo Valico permetteranno – sulla carta – di fare Genova Brignole-Alessandria in 30 minuti. 15 fino ad Arquata Scrivia.
Genova-Ovada? 30 minuti con il potenziamento della rete. Oggi ce ne vogliono 60, più spesso due ore.