Il piede sinistro di Maradona
Di Diego Armando Maradona si sa tutto: del suo successo, dei suoi inizi, delle difficoltà dei suoi ultimi anni. Fin da bambino, quando non calciava un pallone di cuoio, ma un ammasso di lacci e stracci, Maradona usava solo il suo piede sinistro. Leggenda vuole che, proprio in quei pomeriggi assolati alla periferia di Buenos Aires, venne visto da Francisco Cornejo, che divenne il suo primo allenatore, e che lo apostrofò dicendo: “Il tuo destro fa veramente schifo, ma con il tuo sinistro puoi fare cose incredibili”.
Chissà cosa sarebbe stato del Pibe de Oro se Cornejo avesse pensato, come la maggior parte delle persone normali, che risultando il sinistro già buono e non necessitando di miglioramenti sarebbe stato il caso di concentrarsi sul piede destro che richiedeva un piano di allenamenti specifici per portarlo a livelli di decenza. Cornejo non fu di quest’avviso, convinto che per fare cose eccezionali bisogna investire sulle proprie eccezionalità: non bisogna allenare il destro per tirare, ma per passare la palla al sinistro. Investire sui talenti e sulle loro eccezionalità è una scelta strategica a cui non tutti sono in grado di pensare.
Spesso si è portati a fare sacrifici per migliorare laddove sembriamo carenti, ma pochi invece pensano che sia molto meglio sfruttare le proprie competenze migliori per arrivare a risultati eccezionali. La storia del piede sinistro vale anche per l’uso di Internet, per le imprese, ma anche per ciascuno di noi nella nostra vita personale e professionale. Non c’è un Internet per tutti, ma c’è un Internet per ciascuno: non tutti possono diventare esperti di e-commerce o curare i social media per brand famosi, ma ciascuno può usare Google per fare ricerche utili per le proprie passioni o per la propria attività. La Rete è un grande dono non solo perché crea nuove opportunità di lavoro, ma perché permette di passare la palla al nostro talento affinchè siamo in grado di riconoscerlo, svilupparlo, farlo apprezzare.
Questa consapevolezza che non vi sia una Internet che vada bene per tutti, vale in particolare per chi se ne serva per affrontare, all’interno della propria azienda, attività di vendita. In particolare, è opportuno ricordare che il digitale non si limita al commercio elettronico, ma molteplici sono le direzioni che possono essere intraprese:
- l’esistenza di grandi marketplace, da quelli generalisti come Amazon a quelli settoriali come Etsy, indica che anche le PMI possono vendere online nella misura in cui dedichino risorse per accrescere le proprie competenze e superino i propri limiti organizzativi;
- accanto ai marketplace e al proprio sito, un digital manager deve coniugare lo studio tradizionale dei mercati con l’individuazione di rivenditori e partner online perché possano essere attivati canali di comunicazione e collaborazione in grado di ottimizzare nel tempo la presenza sui loro siti, le vendite e i margini e, al contempo, di maturare esperienza in vista di un impegno online più diretto;
- occorre sempre parlare di “Made in Italy” tanto quanto di “Made with Italy”: la Rete non è utile solo perchi voglia vendere online al consumatore finale, ma anche per chi intenda acquisire contatti commerciali e farli nel tempo crescere.