Case di riposo: dopo il Covid il problema ‘carobollette’
Rsa 'Seghini Strambi e Segre': "Costi delle utenze raddoppiati: servono aiuti statali"
STREVI – Oltre al tragico dazio pagato in termini di vite umane, in tempo di pandemia le residenze per anziani hanno attraversato momenti difficili anche dal punto di vista meramente economico. Se nella gestione interna delle strutture e delle cure ai pazienti si sta tornando a una sorta di ordinarietà, per quanto riguarda i conti ora un altro nemico invisibile (ma ben leggibile nero su bianco) si sta abbattendo sulle case di risposo di tutta Italia: il tristemente noto ’carobollette’.
«Possiamo dire – spiega Maria Rosa Gandolfo, presidente della Rsa ‘Seghini Strambi e Giulio Segre’ di Strevi – che rispetto allo scorso anno i costi delle utenze sono praticamente raddoppiati. A questo punto ci sarebbe davvero bisogno di un sostegno economico statale, come accaduto per l’emergenza sanitaria».
Gli strascichi economici lasciati in eredità dal Covid si stanno ancora ripercuotendo sulle dimore assistenziali. «Nei mesi più duri della pandemia le forniture di ossigeno hanno gravato parecchio sulle nostre casse, perché in quel periodo ne abbiamo avuto un gran bisogno. Le entrate derivate dalle rette, poi, erano diminuite sensibilmente ». L’ultimo ristoro di cui ha potuto beneficiare la Rsa ‘Seghini Strambi e Giulio Segre’ è stato un contributo di circa 7mila euro ricevuto lo scorso anno, «con il quale abbiamo acquistato mascherine e dispositivi di protezione».
La residenza per anziani di Strevi – che lo scorso luglio ha formalizzato il passaggio a fondazione – per far fronte alle spese per utenze ha dovuto rinunciare alla sostituzione della caldaia, «che a questo punto – afferma la Gandolfo – speriamo di poter cambiare con l’aiuto di qualche bonus specifico. Se il costo delle utenze continuerà a lievitare non vorremmo arrivare al punto di dover dilazionare i pagamenti o, nostro malgrado, rivedere le rette mensili».