Messa “a lume di candela” contro lo spreco energetico
Don Giacomo ?taglia? sull?illuminazione per sensibilizzare la comunità sui temi ambientali
CASTELLETTO D’ERRO – Non è la prima volta che temi di attualità entrano nelle prediche domenicali: politica, società che cambia, comportamenti umani. A volte anche un fatto di cronaca che ha particolarmente colpito una comunità può diventare momento di riflessione sul comportamento umano e su come essere dei cristiani migliori. E così a messa si è fatta strada anche la tematica delle risorse energetiche in un periodo in cui se ne parla molto e con le quali dobbiamo letteralmente fare i conti.
Romantico? No, protesta
Domenica scorsa a Castelletto d’Erro i fedeli si sono ritrovati puntualmente per la funzione religiosa più importante della settimana. Il paese è piccolo e in proporzione lo è anche la chiesa parrocchiale ‘Ss. Annunziata’ nel centro: piazza principale, torre e municipio sono tutte lì. D’estate qualche villeggiante o nativo di ritorno c’è sempre, così la chiesetta si riempie. E di questi tempi è ancora più facile, visto il distanziamento sociale tra le panche. Con la forte luce del giorno che penetrava dall’ingresso principale forse non tutti se n’erano accorti: le luci della chiesa erano spente. A fare una simbolica luce alternativa, alcune candele sull’altare. Don Giacomo Rovera, il ‘titolare’ della parrocchia, ne aveva subito spiegato il motivo, collegandolo ai fatti contemporanei: è un gesto per richiamare al caro energia e ad un uso più consapevole e parsimonioso delle risorse. All’iniziativa del sacerdote i presenti hanno risposto con un leggero borbottio, accettando comunque lo spunto di riflessione. Non chiamatela provocazione: l’intento di don Giacomo non era certo quello di spaventare i presenti né di lamentarsi sulla bolletta della luce che probabilmente è andata ad aumentare le spese di gestione della chiesa. E lui, da ex economo della Diocesi di Acqui, probabilmente è molto attento anche a questi aspetti molto concreti. Non solo anime, insomma. L’idea era piuttosto quella di coinvolgere i castellettesi ad una maggiore consapevolezza: «Il problema non è solo della chiesa parrocchiale di Castelletto d’Erro, ma di tutte le famiglie italiane ed europee», commenta.