Guazzo: “Tornare a Salerno emozione incredibile. Ora il mio ultimo anno”
Il bomber dei bianchi: "Ancora un anno, poi smetto"
ACQUI TERME – Il ‘principe’ è tornato nel suo regno. Domenica 19 Matteo Guazzo ha riabbracciato la ‘sua’ Salernitana, convocato tra le leggende della società per sfidare la nazionale cantanti in una gara dalle finalità benefiche, con il ricavato destinato alla Lilt. Il compleanno numero 103 del club campano è stato anche occasione per riavvolgere il nastro dei ricordi, tanti e tutti bellissimi.
La prima domanda, per quanto scontata, è d’obbligo: come è stato tornare a casa?
Ho vissuto una grandissima emozione, a Salerno sono stato davvero bene sotto tutti i punti di vista. A livello di calcio, sicuramente, con la vittoria del campionato nel 2013, ma anche per quanto riguarda il profilo umano. Questa città ti rimane dentro.
Da quanto tempo mancava?
L’ultima mia partita in maglia granata risale a quasi dieci anni fa, poi sono tornato tante volte all’Arechi, ma solo per seguire e per tifare la squadra. Rimettere piede nel ‘mio’ stadio è stato indescrivibile e posso dire che è una sensazione comune a molti.
Domenica sera c’erano tanti big…
Sì, gente che ha fatto carriere veramente importanti… cito solo Artistico, Pisano, Vannucchi, Arturo Di Napoli. E poi il mio partner d’attacco dell’epoca, Ciro Ginestra, uno che ha fatto la differenza per tanti anni tra i professionisti. Eppure tutti si sono emozionati a rivedere quel contesto
Si può dire che Salerno è stato il capitolo più importante nel suo percorso da calciatore?
Ho avuto la fortuna di giocare in tante piazze importanti, ma con la Salernitana si è creato un legame incredibile. Sì, è stato senza dubbio il momento più bello della mia carriera.
Parliamo dell’Acqui: dove si trovano le motivazioni per mettersi ancora in discussione a 40 anni?
Il calcio è la mia passione, non serve aggiungere altro. Il prossimo sarà il mio ultimo campionato e voglio cercare di chiudere nella maniera migliore: per questo motivo sto già seguendo un programma di lavoro personalizzato, voglio presentarmi al giorno del raduno nelle migliori condizioni possibili. Lo devo alla società, che non mi ha mai fatto mancare nulla, ma anche a me stesso.
Che cosa ne pensa della situazione dell’Alessandria?
Sono dispiaciuto, nonostante le cose tra me e i Grigi non siano andate come avrei voluto, rimane sempre una parte importante del mio percorso di calciatore. Retrocedere immediatamente dopo avere inseguito la serie B per tanti anni è sicuramente una sconfitta: la cadetteria, però, è un torneo difficilissimo. E temo che sarà difficile riconquistarlo, a meno che non ci si provi subito.
Ha rimpianti se ripensa alla sua carriera?
Mi sono tolto soddisfazioni enormi, soprattutto perché tutto quello che mi sono conquistato l’ho ottenuto solo con le mie forze, con la mia testa, con la mia personalità. Ho commesso degli errori, ne sono consapevole, ma l’unico rimpianto è legato al fatto che quelli erano anni diversi, nei quali era molto più difficile emergere e affermarsi. Ecco, fossi nato nel 1992 e non nel 1982..