Rapetti prende il largo: “Ho atteso i risultati con approccio zen”
Il commento a conti fatti: "Bisogna ascoltare i cittadini, anche i partiti dovrebbero tornare a farlo"
ACQUI TERME – Forse un risultato del genere davvero non se lo aspettava nemmeno lui. Che potesse restare sopra il 30%, quello sì, ma non di andare addirittura a sfiorare il 40%. Danilo Rapetti sbaraglia la concorrenza, almeno per quanto detto da questo primo turno. Un 39,3% che lascia colui che lo sfiderà al ballottaggio, ovvero il sindaco in carica Lorenzo Lucchini, al 17,7%: 3557 preferenze di Rapetti contro le 1599 andate al primo cittadino.
“Un simile risultato un po’ inaspettato”
«Parlando con le persone avevo capito che le cose per noi si stavano mettendo bene. Sentivo vibrazioni positive, ma un risultato del genere è obiettivamente inaspettato anche per me». Come sua abitudine – lo aveva già fatto nelle precedenti tornate che nel 2002 e nel 2007 lo avevano visto vincitore – Rapetti ha atteso i primi dati ufficiosi (e poi ufficiali) lontano dal centro nevralgico di queste elezioni, ovvero Palazzo Levi: «Ho adottato un approccio un po’ zen, se vogliamo. Mi sono concentrato molto spiritualmente – spiega – lontano dal bailamme elettorale. Ho iniziato a ricevere i primi risultati dai nostri rappresentanti di lista e collaboratori, che ringrazio per l’ottimo lavoro svolto». Sin dai primi scrutini la tendenza è parsa subito chiara: «La cosa che mi fa davvero piacere è che gli acquesi abbiano confermato la fiducia nei miei confronti, nonostante siano passati dieci anni dalla mia ultima esperienza amministrativa. Se questa fiducia verrà riconfermata anche al secondo turno dovremo essere ancora più bravi di quello che si poteva immaginare per risollevare le sorti della città».
Ora quale sarà l’approccio elettorale in vista del ballottaggio? «Riprenderò i contatti con i cittadini – commenta Danilo Rapetti – più che cercare accordi di natura partitica. Anche perché noi preferiamo parlare di questioni acquesi agli acquesi senza pensare ai simboli. La vittoria delle liste civiche dimostra che tra i cittadini c’è molta voglia di contatto diretto, un aspetto che evidentemente attraverso il simbolo di partito appare troppo mediato. C’è anche da dire che nella scelta dei candidati è importante ascoltare di più i cittadini. Basterebbe questo per far sì che anche i partiti tornino a fare proposte più concretamente vincenti».