Lucchini non getta la spugna: “Il ballottaggio è un turno particolare”
"Accordi con il Pd? Vedremo, a volte abbiamo dialogato, altre volte meno"
ACQUI TERME – Quello che attende il sindaco Lorenzo Lucchini è un compito a dir poco arduo. Il traguardo del passaggio al secondo turno è stato tagliato, ma gli oltre 20 punti percentuali di distanza dallo sfidante Danilo Rapetti rendono il prossimo ‘step’ un ostacolo difficile da sormontare. «Sapevamo fin dall’inizio che interpretare questa tornata elettorale sarebbe stato complicato – commenta Lucchini – per via di una notevole frammentazione tra candidati. Eravamo consci, però, della “potenza di fuoco” di Rapetti, e che questa avrebbe potuto dargli la possibilità di raggiungere un risultato importante. Dal punto di vista mediatico il suo è stato quasi un “bombardamento”».
“Accordo con il Pd? Da valutare diversi aspetti”
In questo percorso in salita il sindaco trova anche qualcosa di positivo: «Mi sorprende vedere che senza il logo del Movimento abbiamo comunque ottenuto un risultato che non si discosta molto dal 2017. È vero che essere sindaco in carica può rivelarsi un fattore favorevole, ma allo stesso tempo il fatto di dover governare una città non ti permette di portare avanti una campagna elettorale così capillare come invece è stato fatto da altri. Di fatto è un “gap” che hai, perché non ci si può permettere di interrompere l’attività amministrativa».
Ora c’è il ballottaggio, quello che cinque anni fa portò Lucchini a Palazzo Levi in maniera davvero rocambolesca e per soli cinque voti: «Abbiamo già dimostrato che il ballottaggio è una tornata molto differente. In questi 15 giorni continueremo a presentare alla città i nostri progetti per i prossimi cinque anni». Poi una stoccata a Rapetti, tra l’ironico e il piccato: «Credo che lottare con un candidato sindaco che ha copiato il mio programma sia una bella cosa, perché è interessante notare come il candidato che ha ottenuto più voti lo abbia fatto con argomenti scopiazzati».
Per il secondo turno è plausibile pensare a un accordo con il Pd? «Faremo le nostre valutazioni. Con il Partito Democratico abbiamo avuto modo di confrontarci e collaborare su determinati argomenti, come ad esempio le politiche sociali. Su altri, però, ci sono stati scontri a volte anche aspri. Il bello del ballottaggio è che si fanno ragionamenti diversi, e le strategie possono cambiare. Per fare certe valutazioni, però, servirà trovare un punto di incontro sulla visione della città. Se mi aspettavo un gap così ampio nei confronti di Rapetti? Onestamente no, ma il ‘patchwork’ di candidature che rappresenta la sua coalizione poteva far pensare a un risvolto del genere».