I dipendenti dell’Hotel: “Accordo sensato, ma pagato a caro prezzo”
L'appello degli undici lavoratori dell'albergo: "Possiamo essere riqualificati"
ACQUI TERME – Di tutta la questione Terme occorre anche ricordare che c’è chi il posto di lavoro lo ha perso comunque. Anzi, a voler richiamare l’attenzione di tutti, tramite un comunicato congiunto, sono proprio loro, gli undici (ex) dipendenti del Grand Hotel. «Senza provocazioni, e senza strumentalizzazioni da parte di nessuno, vorremmo far sentire anche la nostra voce e fare chiarezza, perché non tutti i dipendenti sono salvi dal licenziamento, contrariamente a quanto abbiamo letto nel titolo dell’articolo di un quotidiano, e neanche tutte le terme», sottolineano i lavoratori dell’albergo.
Amarezza e delusione
«Premettiamo che la notizia di un accordo con la proprietà è stata accolta da tutti noi con un po’ di sollievo, perché rappresenta un piccolo raggio di luce (anche se ancora flebile) nel buio delle chiusure delle trattative dei mesi scorsi. Sappiamo – continua il personale alberghiero – che molte persone stavano aspettando l’esito dell’incontro con il fiato sospeso. Oltre a noi dipendenti, anche i tanti professionisti che hanno investito sulle attività legate alle terme, e tutti coloro che hanno a cuore la nostra meravigliosa città». Nonostante l’amaro in bocca, i dipendenti dello storico hotel acquese solidarizzano con i colleghi più fortunati, «che con grande fatica e il supporto delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni, sono riusciti a ottenere una continuità lavorativa. In realtà, però, come ammettono gli stessi sindacati, l’accordo è stato solo un modo sensato per evitare il peggio».
Di fatto l’hotel è chiuso da ottobre 2020, ma prima dell’emergenza sanitaria nei fine settimana il ‘Nuove Terme ’ poteva arrivare ad accogliere dalle 250 alle 300 persone. Nell’ultimo periodo di attività, però, diversi fattori tra cui il personale perlopiù sotto organico e le frequenti rotazioni tra mansioni differenti avevano fatto scattare tra i dipendenti inquietanti campanelli d’allarme. Amarezza e delusione, ovviamente, sono i sentimenti predominanti tra la metà di lavoratori che sarà licenziata. «Abbiamo pagato un caro prezzo per le decisioni dell’azienda. Dopo aver perso il nostro caro collega Angelo Formica (il portiere dell’hotel si è tolto la vita lo scorso 14 febbraio, ndr), ora perdiamo anche l’occupazione che abbiamo sempre svolto con serietà e dedizione, con la sicurezza di un posto di lavoro a tempo indeterminato, con un’anzianità e una professionalità maturate nel corso degli anni».
“La buonuscita? Buona per i primi mesi”
L’azienda verserà agli esodati una buonuscita, «che però ci permetterà di avere una sicurezza economica solo per qualche mese. Nel corso dell’assemblea sindacale (lunedì 30 maggio, ndr) abbiamo appreso che la Regione si è detta disposta a collaborare a un tavolo tecnico per un piano di sviluppo termale e turistico. Di certo, soltanto undici persone non potranno gestire da sole l’affluenza della clientela. Per questo ci sembra giusto che, se il Grand Hotel non dovesse riaprire a breve, molti di noi possano essere reintegrati e riqualificati, anche in previsione della possibile riapertura della Spa Lago delle Sorgenti e della piscina monumentale».
Infine, un accorato appello a colui o colei che per i prossimi cinque anni siederà sulla poltrona di Palazzo Levi: «Speriamo, inoltre, che quanto da noi auspicato possa essere uno degli obiettivi in agenda per il sindaco che amministrerà la città nel prossimo quinquennio».