Lucchini: «Prima di noi Comune indebitato: ora investiamo sul futuro»
Il sindaco ci riprova: "Perché niente simbolo? C'è bisogno di un progetto oltre gli schemi"
ACQUI TERME – La scelta di ripresentarsi per il secondo mandato è maturata dopo una profonda riflessione. A marzo, Lorenzo Lucchini ha sciolto le riserve, annunciando la propria ricandidatura a sindaco di Acqui Terme.
Sindaco, per questa seconda candidatura sarà sostenuto da due liste civiche. Come mai ha scelto di affrancarsi dal simbolo del Movimento 5 Stelle?
Durante l’emergenza sanitaria abbiamo dovuto far fronte a moltissime difficoltà, dal reperimento delle mascherine a quello delle risorse. Mi sono sempre rivolto ai miei concittadini, che hanno sempre risposto con forza ed energia. Lì ho compreso che era necessario trovare un modo per dare voce a questa comunità coesa e solidale. Proprio per questo ho deciso di lanciare un progetto civico, lasciando da parte qualsiasi elemento che potesse fare da freno: la gente sogna, ama e sviluppa questa città senza rigidità ideologiche. Sono tante le persone che stanno partecipando a questo percorso civico e molte di queste non si riconoscono in una particolare collocazione politica. Io mi riconosco ancora nei valori del Movimento 5 Stelle, ma penso che questa città abbia bisogno di un progetto che vada oltre ogni schema e sia capace di unire la parte migliore di essa.
Qualche candidato in particolare l’ha accusata di aver intrapreso una campagna elettorale improntata alla “violenza verbale”. Vuole replicare?
Sono cinque anni che subiamo continui attacchi di una violenza verbale inaudita. Ogni volta veniamo tirati per la giacchetta in polemiche pretestuose, abbiamo sempre dimostrato di essere disponibili a replicare, anche a tono se necessario. Quello che vedo con tristezza in questa campagna elettorale è la quantità di slogan, promesse irrealizzabili e messaggi studiati a tavolino che mostrano come i candidati politici credano poco nell’intelligenza della nostra comunità.
Da opposizioni e detrattori le vengono mosse diverse severe critiche: una delle più frequenti riguarda il decoro della città. Secondo non pochi cittadini Acqui sarebbe una città in fase di degrado. Cosa risponde?
Io difendo la bellezza di questa città, riconosciuta anche da moltissime persone che vengono a visitarla. Le opposizioni svolgono il proprio lavoro, anche spesso andando oltre, dipingendo una città che non esiste e danneggiando l’immagine di Acqui Terme. Possediamo un borgo ordinato e pulito e, a parte qualche criticità che riconosco, come viale Einaudi su cui ci sono dei lavori a rilento da parte di una ditta incaricata da Amag, abbiamo una delle aree più visitate nel Monferrato e nell’Alessandrino, le persone lasciano sempre riscontri positivi, aspetto che dimostra anche l’ottimo lavoro svolto dall’Ufficio di Informazione di Accoglienza Turistica. Il racconto delle opposizioni viene polverizzato da questo dato di fatto.
Dall’ultimo rendiconto di gestione è emerso un avanzo di 1 milione e 500mila euro, e dal 2017 a oggi il debito residuo del Comune è sceso di oltre 5 milioni di euro. I numeri, però, spesso non bastano a convincere gli elettori…
Esatto e, se andiamo a prendere il debito reale, quello composto dal capitale più gli interessi, grazie a noi è sceso di 11 milioni e 200 mila euro. Mi permetto una osservazione: mettere a posto i conti, nonostante 4 milioni di danni dovuti all’alluvione 2019 e ad una pandemia, non è semplice. Ma non è questo il punto: per anni questa città si è indebitati senza nessuna moderazione, creando un pesante fardello per il futuro. I comuni sovra-indebitati per legge non possono investire. Quando siamo arrivati noi il comune si trovava esattamente in questa situazione: era vincolato e immobilizzato. Ora mi spaventa che la maggior parte dei candidati siano proprio coloro che hanno creato questo problema. Ridare fiducia a queste persone sarebbe come dare il bancomat al padre di famiglia che per anni ha dilapidato le risorse giocando alle slot-machine. Chi ha le finanze bloccate, non può favorire la ripresa e la crescita economica.
Nel caso dovesse essere rieletto, quali sono i progetti ancora nel cassetto che intende realizzare?
Stiamo lavorando dal 2017 a un progetto che può costituire un’alternativa all’inattività di Terme di Acqui Spa. Non è facile portarlo a termine, ma siamo sulla buona strada per creare un nuovo complesso termale e rompere con il monopolio privato. Ci sono manifestazioni d’interesse e vorrei realizzare questo obiettivo nei prossimi cinque anni. Infine, desidero portare a termine tutti i progetti per cui ci siamo aggiudicati i fondi Pnrr: il restauro della Casermetta Bainsizza, la rigenerazione urbana dell’area Bagni, la riqualificazione del Parco Savonarola, la realizzazione della palestra nel Complesso Ottolenghi e il miglioramento dell’edilizia pubblica residenziale. Oltre a questi progetti, ci sono da portare a termine la ristrutturazione del Complesso sportivo di Mombarone e delle scuole, di cui ci siamo, anche in questo caso, aggiudicati in parte i fondi. Quello di cui parlo è il più ampio programma di riqualificazione della città degli ultimi quindici anni. C’è poi ovviamente l’idea di sviluppare con ancora più forza ed energia il programma per diversificare l’offerta turistica della città, rafforzando la Strada del Vino e dei Sapori GranMonferrato, il Consorzio GranMonferrato, i progetti come IterVitis. Inoltre, ci sono tante piccole iniziative che l’emergenza sanitaria ha rallentato, come la realizzazione di uno spazio di co-working e di progettazione in un locale comunale per agevolare il lavoro individuale di giovani ragazzi neodiplomati o neolaureati, in un’ottica di condivisione e sinergia. Un vero e proprio incubatore sociale e professionale, nel quale poter sostenere anche le loro iniziative quali attori e promotori di eventi culturali. Ci sarebbe davvero da dilungarsi, ma consiglio a tutti di leggere i programmi elettorali dei candidati per scegliere il miglior progetto di città, senza cadere nelle promesse irrealizzabili e nel velleitario marketing.