“Per quei cani, io costretta a dormire in furgone: vivo nell’ansia”
Una capretta è stata aggredita e uccisa. Enpa: "Responsabilità sempre dei proprietari"
MORSASCO – «Sono costretta a dormire nel furgone per stare vicina alle mie due capre. Ho paura che vengano attaccate un’altra volta. Quei tre cani sono di nuovo in giro»: Valentina da mesi vive nell’ansia, da quando a gennaio una delle sue tre caprette è stata aggredita e uccisa da quegli stessi cani che da tempo girovagavano per Morsasco.
«Quel giorno –racconta – il mio compagno e suo padre hanno cercato di salvare la capretta, ma hanno rischiato di essere morsi a loro volta. Per mio suocero è stato un vero shock, che ha contribuito ad aggravare le sue condizioni di salute, e ora purtroppo non c’è più».
C’è anche un video
Valentina ha sporto denuncia alle forze dell’ordine che, insieme alle guardie zoofile dell’Enpa, hanno obbligato la proprietaria ad installare una recinzione per fare in modo che i cani non scappassero più, con controlli quotidiani nei giorni successivi.
Dopo quel triste episodio di gennaio, per qualche tempo la situazione è sembrata tornare alla normalità, «ma ora sappiamo per certo che i cani hanno ripreso a vagare indisturbati per le campagne», spiega Valentina. Tanto è vero che qualcuno ha anche ripreso con un video due dei tre cani in questione intenti ad aggredire un capriolo. Un episodio documentato, quest’ultimo, che ha permesso alla guardie zoofile di raccogliere il materiale necessario a certificare le responsabilità del caso.
«Il capriolo, purtroppo, è morto poco dopo il nostro arrivo», commenta Patrizia Ferrario, capo nucleo delle guardie zoofile dell’Enpa. «Con i Carabinieri di Rivalta Bormida ci stiamo attivando per procedere nella maniera più corretta ed efficace».
“Chiedo che la legge venga applicata”
Le guardie zoofile avevano fatto visita alla proprietaria dei tre cani subito dopo il primo episodio di gennaio, «ma quel giorno gli animali erano effettivamente nel loro recinto, apparivano calmi e ben tenuti. La signora – afferma la Ferrario – sosteneva che i suoi non sono cani aggressivi e che scappano di rado. Quando sono in branco, però, tutti i cani possono essere dei potenziali assassini, soprattutto nei confronti di altri animali. È la loro natura. La responsabilità non è la loro, ovviamente, ma di chi è chiamato a custodirli».
I volontari dell’Enpa sono quindi tornati a casa della signora dopo l’aggressione al capriolo, «ma questa volta non abbiamo trovato né lei né i cani. A ogni modo, entro breve saranno adottate le dovute soluzioni». In casi simili le normative prevedono il sequestro amministrativo.
Piero Cavelli, sindaco di Morsasco, assicura la massima collaborazione: «Eravamo convinti che la situazione si fosse risolta, ma a quanto pare così non è. Faremo ciò che serve per far sì che i cani non rappresentino più una minaccia per gli abitanti e gli animali del paese». Valentina spera che a questa storia venga messa presto la parola ‘fine’: «Sia chiaro, non voglio che capiti nulla di male ai tre animali, ma chiedo che venga applicata la legge e che questi cani siano in qualche modo recuperati e messi nelle condizioni di non nuocere più a nessuno».