Acqui aderisce all’associazione ‘Città del vino’
Insieme a Casale e Ovada: obiettivo, entrare fra le 'Città europee' del 2023
ACQUI TERME – Ad agosto 2020 all’Enoteca Regionale di Ovada i sindaci Lorenzo Lucchini, Paolo Lantero e Federico Riboldi avevano firmato il protocollo d’intesa per presentare la candidatura congiunta a “Città europea del vino 2023”. Ora si entra nella fase operativa con il primo passo che prevede l’adesione all’associazione nazionale ‘Città del Vino’, fondata a Siena nel 1987 per unire in un’unica rete i territori italiani a vocazione vitivinicola con finalità di promozione e valorizzazione del prodotto enologico e delle aziende locali. Un ricco programma di appuntamenti, eventi, manifestazioni culturali ed enogastronomiche animeranno il Comune o l’aggregazione di Comuni che avranno ottenuto il riconoscimento.
“Troppe sigle? Avviato un percorso preciso”
«Questo progetto – ha spiegato il sindaco Lucchini nel corso dell’ultimo Consiglio comunale – si innesta in una serie di altre iniziative che partono dalla volontà di promuovere un brand territoriale, ovvero quello del Gran Monferrato, creato insieme ai comuni di Casale e Ovada». L’adesione del Comune di Acqui all’associazione ‘Città del vino’ ha ricevuto il voto unanime del Consiglio.
Un tema, quello della valorizzazione territoriale ed enogastronomica che da qualche tempo a questa parte ha dato effettivamente il via a tutta una serie di iniziative e adesioni che secondo qualcuno potrebbero persino risultare in sovrabbondanza: «Riguardo l’adesione all’associazione ‘Città del vino’ il nostro è un voto ovviamente a favore – ha sottolineato il consigliere di minoranza Carlo De Lorenzi – ma forse sarebbe anche utile mettere un po’ d’ordine in questa pletora di sigle, tra cui a volte troviamo associazioni che in alcuni casi non funzionano o dopo poco tempo muoiono lì».
«Sono d’accordo sull’osservazione secondo cui quando certe iniziative iniziano ad affastellarsi e a sembrare persino tutte simili possano produrre effetti non sempre positivi. L’adesione all’associazione ‘Città del vino’ – è stata la risposta del sindaco – rappresenta, però, un passaggio necessario per poter entrare nelle città europee del vino. Se di una cosa ha bisogno la nostra città è di essere visibile anche all’estero. C’è un percorso che abbiamo avviato e che ha una sua logica. Partecipare da soli alle città europee del vino non era possibile, quindi con i Comuni di Casale e Ovada abbiamo attivato un ragionamento nel quale è emersa la necessità di fare questo primo passaggio per arrivare poi a un ulteriore ‘step’, ovvero la partecipazione alle città europee del vino».