Stanotte lancette avanti di un’ora
Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo cambia l’orario: alle 2 di notte le lancette si spostano avanti di un’ora. Il sole, quindi, sorgerà e tramonterà un’ora più tardi.
Il cambio d’orario per i mesi estivi è un’iniziativa nata in Gran Bretagna nel 1916, con l’obiettivo di sfruttare meglio la luce del sole. Il primo ad aver espresso pubblicamente la necessità di approfittare delle prime luci del giorno, però, è stato Benjamin Franklin già nel 1784. Durante un soggiorno in Francia scrisse una lettera pubblicata dal Journal de Paris, in cui suggeriva di far suonare le campane a prim’ora, tutte nello stesso momento. Raggiungere lo scopo spostando le lancette dell’orologio, però, è stata un’intuizione di un entomologo e astrologo neozelandese di origine britannica, circa un secolo più tardi: George Vernon Hudson, nel 1895. Ma fu ancora più tardi, nel 1916, appunto, che l’idea prese la forma di un atto pubblico, il British summer time. Determinante la necessità di risparmiare energia per via della guerra in corso. L’esempio della Gran Bretagna fu seguito da molti Paesi coinvolti nella prima guerra mondiale.
L’Italia fu uno dei Paesi a sperimentare l’ora legale fin dal 1916: all’inizio fu un provvedimento straordinario, poi nel 1966, il provvedimento diventò definitivo e ripetuto ogni anno.
Ma quanto si risparmia?
Secondo la stima fatta quest’anno da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei sette mesi di ora legale l’Italia risparmierà oltre 190 milioni di euro e avrà un minor consumo di energia elettrica pari a circa 420 milioni di kilowattora, che equivalgono al fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie. «Un importante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera».
Abolizione dell’ora legale?
Il cambio d’ora non è più un’esigenza condivisa da tutti. Soprattutto i Paesi del Nord Europa che beneficiano meno della luce solare, hanno chiesto da tempo di modificare le disposizioni europee. Prima c’è stato un referendum internazionale on line al quale hanno partecipato 4,8 milioni di cittadini europei: l’84% si è detto favorevole a porre fine al cambio di orario. Ne è seguita una proposta della Commissione europea in questo senso. Nel 2018, quindi, è arrivata la risoluzione legislativa, approvata dal parlamento europeo con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astenuti, che sostiene la proposta avanzata dalla Commissione di porre fine all’ora legale. L’Unione europea ha così invitato tutti gli Stati membri a decidere la propria posizione sull’ora legale. L’Italia, è contraria all’eliminazione dell’ora legale ma, il 2022, potrebbe essere l’ultimo anno di ora legale se l’Unione europea emanasse una direttiva che, come quella che nel 1996 ne uniformò l’adozione, uniformasse l’orario unico in tutta Europa.