Terme: tra gli sfarzi del passato e la decadenza contemporanea
Cassina: "I Pater cedano le quote ad imprenditori del settore"
ACQUI TERME – Ci sono persone che hanno fatto la storia dell’imprenditoria acquese. Riccardo Cassina, classe 1937, è sicuramente tra queste. Ieri ha condiviso con noi la propria delusione sulla condizione attuale della città. Tutto è partito dal ricordo. «Gli stabilimenti termali e gli alberghi in piena attività, zona Bagni con Rolls-Royce, Bentley, Jaguar parcheggiate ad attendere raffinati clienti e la splendida piscina con la “Casina delle Rose” che invitava le orchestre e i cantanti più famosi. Si ballava e si rideva d’estate».
“I Pater si sono comprati il futuro di una città”
Ad affossare un declino (iniziato con le ‘Terme della mutua’) non tanto l’epidemia quanto il passaggio del complesso nella mani private. «Con 9.500.000 euro, cifra ridicola per tanta ricchezza, la Finsystem dei Pater ha comprato una città e il suo futuro – lapidario – Ora chiudono l’hotel “Nuove Terme”. Immagino che desiderino trasformarlo in alloggi e supermercati dimenticando che c’è un vincolo alberghiero e gli obblighi del mutuo e dell’ipoteca (in scadenza nel 2038) di circa 10milioni di euro: non è alienabile e gli impianti termali devono essere efficienti».
Dopo un’impietosa elencazione di insuccessi attribuiti ai proprietari delle Terme, Cassina dichiara: «Sarebbe cosa generosa e avveduta se cedessero a veri imprenditori del settore tutte le azioni di Terme SpA . Rinuncerebbero alle perdite annuali e alle maledizioni degli acquesi».