Missy è salva! L’ha detto il Ministero…
Un chiarimento del dicastero valorizza il rapporto di affezione con l?uomo
PONZONE – Epilogo felice per Missy, la cinghialotta ponzonese, divenuta una star del web, è definitivamente salva, senza fantasiosi escamotage: semplicemente per il rapporto affettivo che la lega ai padroni. Rinvenuta piccolissima (ancora con il cordone ombelicale attaccato) da un cane pastore, Marta Quartino, ex militare di carriera ritiratosi a vita agricola sulle alture di Ponzone, l’ha cresciuta come una bestiola da compagnia. A causa di un vuoto legislativo che non consente la detenzione di suini quali animali da affezione, Marta ha dovuto escogitare un escamotage per salvare la vita alla bestiola istituendo un allevamento solo per lei. Missy è quindi cresciuta correndo felice tra cani, galline e umani, sottoposta periodicamente ai controlli delle autorità.
La circolare del Ministero
Il fato avverso ha voluto che la piaga della peste suina si abbattesse sulle montagne tra Liguria e Piemonte e l’irade per il contenimento del contagio, emessa dal Ministero della Sanità, stabilisse l’abbattimento di tutti i suini degli allevamenti familiari e allo stato brado.
Sconforto nella famiglia Quartini: «Al di là delle definizioni sulla ‘carta’, Missy è un componente della nostra famiglia» ha confessato Marta con la voce strozzata. Il racconto della sua storia, seguita da migliaia di persone sui giornali e social, ha mosso a compassione le autorità che, in virtù delle capacità dell’animale, frutto di ore di allenamento, ha trovato una qualificazione salvifica nelle sue potenzialità circensi.
Pochi giorni fa una notizia ha fatto piangere di gioia Marta Quartini: il Ministero della Salute, a chiarimento delle misure di contenimento della peste suina, ha spiegato che il provvedimento prescrive «la sola macellazione dei suini detenuti per la produzione di alimenti per uso umano. Pertanto, fermo restando che il Regolamento UE non contempla il suino tra le specie di animali da compagnia, tenuto conto tuttavia che in alcune realtà sporadiche, suidi vengono detenuti per finalità diverse dalla produzione zootecnica, si ritiene derogabile la procedura di macellazione per questi ultimi purché sia garantito il rigoroso rispetto di tutte le misure di bio-sicurezza utili ad evitare l’infezione da PSA e la sua diffusione».