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    Il 'Figliol Prodigo', opera simbolo dell'Ipab
    Generic, Home, Società
    Alessandro Francini  
    28 Gennaio 2022
    ore
    18:09 Logo Newsguard
    Acqui Terme

    Entro fine anno l’Ipab Ottolenghi diventerà fondazione privata

    Presto un bando pubblico per la gestione sanitaria della struttura

    ACQUI TERME – Nel 2019 era stata ipotizzata una fusione con la Rsa ‘Opera Pia Sticca’ di Cassine per conformarsi alla Legge Regionale 12/2017 sul riordino del sistema di istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, ma l’insorgere della pandemia e le conseguenti difficoltà economiche hanno stravolto i piani tanto da far sfumare ogni trattativa. Con la prima delibera approvata nel 2022, però, all’Ipab Ottolenghi è stata aperta la strada che entro fine anno porterà la storica casa di riposo di Acqui Terme a diventare fondazione privata.
    Il primo passo è l’approvazione della proposta di “Finanza di progetto” presentata dalla ditta ‘Alemar società cooperativa’ di Vigevano per l’affidamento della gestione complessiva dell’assistenza anziani per la durata di 25 anni. Lo “step” successivo sarà il confronto tra il Cda e il proponente per apportare le modifiche necessarie per giungere a un accordo che consenta all’istituto di superare le difficoltà economiche aggravate dalla pandemia.

    “È la soluzione migliore”

    “Attualmente – spiega Barbara Gandolfo, presidente dell’Ipab Ottolenghi – la ditta Alemar sta gestendo la parte sanitaria e infermieristica della struttura. Dopo il confronto con la cooperativa nei prossimi mesi verrà pubblicato un bando pubblico a cui tutti i soggetti interessati potranno partecipare presentando offerte migliorative”. Una commissione tecnica valuterà quindi le offerte per individuare quella più conveniente per l’ente; la ditta Alemar in ultima istanza potrà poi pareggiare la migliore offerta pervenuta. “Il passaggio a fondazione crediamo sia la soluzione migliore per preservare la storia del nostro istituto e per apportare alla struttura gli ammodernamenti necessari”. Dopo la conversione a istituto privato, il Cda continuerà a rimanere in carica come organo di sorveglianza e di valorizzazione del patrimonio artistico conservato all’interno della struttura.

    “Dipendenti sempre tutelati”

    Anche all’Ottolenghi, come in quasi tutte le residenze per anziani, il Covid ha colpito duramente, sia dal punto di vista umano – diversi i decessi causati dalla seconda ondata epidemica nell’autunno 2020 – che economico. “La struttura può ospitare fino a 59 anziani, tra autosufficienti e non. Prima della pandemia di solito i posti occupati erano sempre una cinquantina, attualmente siamo scesi a 36 ospiti. Con la pandemia gli ingressi sono inevitabilmente calati, perché molti anziani autosufficienti sono rientrati in famiglia”. All’Ipab Ottolenghi al momento lavorano 36 dipendenti, “che corrispondono ad altrettante famiglie. Ci tengo a sottolineare – aggiunge la presidente Gandolfo – che anche nei momenti più bui abbiamo sempre tutelato il personale. Nessuno, infatti, è stato messo in cassa integrazione e nessuno ha perso il proprio posto di lavoro”.

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