Turismo, accordi ferventi e logistica scadente
La lamentela delle partite iva e dei pendolari si posa su trasporti e strade
ACQUI TERME – Il turismo è il futuro del Monferrato. Ne siamo tutti convinti. Tanto, infatti, si parla di promozione, gli enti locali firmano accordi, diffondono proclami di sinergie trans-provinciali, eppure la logistica, quella che dovrebbe portare materialmente i visitatori in alberghi, negozi e ristoranti, lascia a desiderare. A lamentarsi sono gli imprenditori del settore turistico già vessati dalla concorrenza e le limitazioni della pandemia
Dato incontestabile: sulle nostre colline si sta poggiando l’interesse del Nord Europa, non solo di visitatori ma anche di imprenditori che, ristrutturate vecchie cascine, le trasformano in B&b o agriturismi, diventando un riferimento per i turisti olandesi, danesi e scandinavi.
Ma c’è un problema: come arrivano ad Acqui? I collegamenti del trasporto pubblico sono ‘ordinari’, legati alla pendolarità, nulla è stato studiato appositamente per i turisti. Anzi, nel fine settimana e d’estate quando il flusso cresce, le corse sono ridotte se non sacrificate. Chi vuole arrivare nell’Alto Monferrato deve prendere il taxi (o Ncc) o arrivare in auto. E qui un altro ‘punctum dolens’: le condizioni delle strade.
Su questo tema si innesta anche il grido d’allarme dei pendolari dell’Acquese. L’arteria diretta ad Alessandria, la Sp30, è un coacervo di buche e crateri. Lo sdegno di chi la percorre si posa sul fatto che l’autorità abbia preferito abbassare i limiti di velocità (solerti i ‘velox’!) invece di ri-asfaltare i tratti ammalorati. Per raggiungere la provincia ci si impiega quasi un’ora. Il collegamento con la Liguria è un altro pianto amaro: le strade sono disastrate ancora dai crolli dell’alluvione 2019 a cui si sono aggiunti quelli dello scorso autunno. Verso la ‘core zone’ Unesco-Nizza M.to, il tragitto tortuoso sulle incantevoli colline è funestato dal fondo dissestato e dall’assenza di segnaletica orizzontale. Capita, così, che l’amante del tartufo finisca in un dirupo perché la nebbia, altro frutto di stagione, non è stata contrastata con visibili strisce sull’asfalto.