Trasporti pubblici: alleanza tra Ovada e Acqui per la mobilità innovativa
Il progetto avviato in sinergia con Legambiente
OVADA – Ripensare la mobilità nel Basso Piemonte secondo modalità innovative. Ovada e Acqui, legate da una delle linee indicate da Trenitalia tra le peggiori del paese ci credono e per dare forma alle intenzioni hanno incaricato per uno studio Giovanni Currado, referente per l’Agenzia per la Mobilità Piemonte per la parte meridionale della regione.
Dovrà indicare un nuovo modello sostenibile per ovviare all’isolamento dell’area. Da Ovada, in tal senso, è (già) partito qualcosa di più di un semplice suggerimento.
Idea innovativa
«Con l’avvio del Terzo Valico – ha spiegato il sindaco di Ovada, Paolo Lantero, nel corso di un convegno organizzato da Legambiente per rilanciare la campagna “Futuro sospeso” – questa linea sarà dimenticata. Non possiamo continuare a chiedere le stesse cose. Servono idee diverse che guardano al futuro».
Il progetto relativo alla realizzazione di una tramvia veloce che possa raggiungere la stazione di Alessandria, passando sul percorso utilizzato dai treni passeggeri fino al 2012 e oggi oggetto del massaggio dei treni merci, è stata presentata alla Regione Piemonte nell’ambito delle proposte per il Piano Nazionale di Ripresa e Resistenza. Ingente la cifra necessaria: 51 milioni di euro.
Progetto di ampio respiro
Stando alle linee guida previste dal progetto in discussione, i treni utilizzerebbero l’idrogeno come propulsore da produrre in uno stabilimento da realizzare nella zona per creare anche un indotto dal punto di vista dei posti di lavoro. Un’idea simile è stata lanciata anche per recuperare la storica linea tra Ovada e Novi, un tempo crocevia degli scambi commerciali e veicoli di crescita nell’area.
«Sarebbe il punto di partenza – conclude Lantero – per raggiungere Tortona e da li Piacenza. La battaglia da fare è quella per avere l’alta velocità in questa città. In questo modo l’Alessandrino avrebbe un collegamento adeguato a Roma e andrebbe oltre l’attuale lontananza dei centri dell’economia».