L’acquese gommonauta: da Genova a Venezia in solitaria e col Brachetto
Giovanni Bracco dal '93 solca il Mediterraneo in gommone: "Nel 2000 ho raggiunto Nazareth"
ACQUI TERME – Da Genova a Venezia in gommone, circumnavigando la penisola in solitaria per celebrare il 160esimo dall’Unità d’Italia e i 1600 anni della città dei dogi. Il tutto portando in giro per la penisola una piccola scorta di Brachetto d’Acqui da far degustare agli autoctoni durante le soste su terraferma. A molti può sembrare un’impresa, ma per Giovanni Bracco si tratta quasi di routine: «Il mio primo “raid”nel Mediterraneo risale al 1993, e la stessa rotta l’avevo già affrontata 10 anni fa per il 150esimo Anniversario dell’Unità d’Italia. Anche se allora mi fermai a Trieste…».
Giovanni Bracco, acquese doc, è il fondatore dell’associazione Sea Adventure e da quasi trent’anni dà sfogo alla sua passione di gommonauta facendo armi e (pochi) bagagli per prendere il largo verso rotte e destinazioni ogni anno differenti. Sponsorizzato dall’Associazione Comuni del Brachetto, il raid “Venezia 1600” ha preso il via da Quarto a inizio luglio. «Come già dieci anni fa – spiega Bracco – ho seguito la stessa rotta dei due piroscafi partiti alla volta di Marsala il 5 maggio 1860. Per questo viaggio ho utilizzato un Honda H9 4XC, motorizzato con due fuoribordo Honda BF 250 D Vtec di ultima generazione.
“In primavera il prossimo raid”
Al netto di alcune necessarie soste carburante, Bracco ha raggiunto Marsala in meno di cinque giorni, «e da lì ho proseguito verso Crotone e poi in direzione Albania, dove ho consegnato ad alcuni amici una targa dove ho fatto incidere la parola “Grazie” in lingua albanese che è stata consegnata al Primo ministro Edi Rama in segno di gratitudine per i medici e gli infermieri inviati in Italia nei primi mesi della pandemia. Da Valona, quindi, sono ripartito per Venezia».
In tutto 15 giorni di viaggio per 84 ore effettive di navigazione, più di 1700 miglia nautiche percorse a una velocità di poco più di 20 nodi (circa 30 km/h). Giovanni, però, da vero lupo di mare pensa già al prossimo viaggio: «In primavera vorrei rifare il giro del Santuario Pelagos, che si estende tra la Costa Azzurra, la Sardegna e la Toscana, acque in cui è presente una massiccia concentrazione di cetacei». Lo scopo è nobile: «Sensibilizzare alla protezione dei mammiferi marini».
Sull’onda ecologista
Spesso le imprese nautiche di Giovanni Bracco prendono ispirazione da nobili cause o particolari celebrazioni: «Nel 2000 – racconta – in occasione del Giubileo sono partito alla volta di Nazareth. Ho portato il mio gommone in piazza San Pietro, dove ho ricevuto la benedizione di Papa Wojtyla». Ai suoi viaggi nel Mediterraneo, però, da qualche anno Giovanni ha deciso di aggiungere anche una connotazione ambientalista, «attraverso l’iniziativa “Plastica zero”. Durante la navigazione raccolgo la plastica che trovo in mare lungo le rotte. Nell’ultimo raid ho raccolto solo un bidoncino, una cassetta di polistirolo e del nylon, ma negli anni ho trovato davvero di tutto, persino un container semi galleggiante».