Gamondi: la seconda vita del “super amaro” d’origine acquese
La bottiglia ?bollente? (dal 2009 dell'azienda vinicola cuneese Toso) conquista gli aperitivi
ACQUI TERME – «La ricetta precisa per l’Amaro Gamondi sta scritta su un foglio di carta nel portafogli». Così Carlo Gamondi scriveva nel suo testamento del 1928, dopo aver creato il ‘Super Amaro’ nella drogheria di Acqui Terme. Una storia fata di passioni ma anche di vicissitudini societarie: negli Anni ’90 i nuovi proprietari avevano interrotto la produzione, con il rischio di far scomparire definitivamente il ricordo, dopo che anche lo storico stabilimento era sparito dal panorama cittadino.
Nel 2009 l’azienda vinicola cuneese Toso ne acquisisce il marchio, insieme a un altro prodotto storico immancabile nel dopo pasto monferrino, il Toccasana Negro. Fatte le giuste valutazioni di mercato, la società ha così deciso un rebranding: «Abbiamo visto che il marchio era ancora noto ed apprezzato e le sue bottiglie erano ricercate dai collezionisti», conferma Gianfranco Toso, amministratore delegato di Casa Toso spa, «Ne abbiamo cambiato la veste, usando la bottiglia esagonale di una volta, che ricorda la forma dell’edicola della Bollente acquese»
Giovane a 131 anni
È stata creata una campagna ad hoc per ‘svecchiarne’ l’immagine, puntando sul pubblico giovane, quello dei cocktail e delle cene in piedi. Ne è nato (anche) l’apericarlo, un ‘americano’ rivisitato con i gusti Gamondi sullo stile del classico cocktail da aperitivo. Il nome è – naturalmente – in onore del fondatore. È partita poi anche una campagna pubblicitaria sui social media per associare Gamondi alla spensieratezza del locale pubblico, senza dimenticare le sue radici e la tradizione centenaria, sempre e comunque attuale.
Voglia di ‘ape’
Da quando i bar hanno potuto riaprire è stato un crescendo di richieste per i prodotti a marchio Gamondi, vermouth e amaro, a tal punto che subito dopo la quarantena a Cossano Belbo, per una decina di giorni erano rimasti senza bottiglie. «Il mercato è esploso da giugno in avanti», conferma Toso, «Prevediamo di produrre 200 mila bottiglie, oltre ogni più rosea aspettativa. Il brand è naturalmente molto conosciuto nell’Acquese e in provincia di Alessandria, la nostra strategia è quella di allargarsi in tutta Italia e anche in qualche paese europeo.
Il vermouth Gamondi viaggia ad un trend molto interessante: 20/30% di crescita all’anno, dimostrando che al bancone il consumatore apprezza un prodotto ‘superiore’.
La ricetta originale è di fine Ottocento, ideata proprio dal capostipite. Casa Toso l’ha riportata alla luce seguendo alla lettere alle indicazioni della preparazione centenaria, ma ‘con alcuni accorgimenti tecnici’, probabilmente per adattarla ai gusti attuali.