Pulizia Bormida, bisogna attendere: “Il bando lavori è già chiuso”
Nei giorni scorsi il sopralluogo dell'Aipo
ACQUI TERME – Fa caldo e oggi pochi pensano alle piogge autunnali; eppure bisognerebbe farlo, atteso lo stato degli alvei di fiumi e torrenti. Qualche settimana fa trecento cittadini acquesi hanno scritto a Comune, Aipo e Regione denunciando la condizione nefasta delle rive lungo il fiume Bormida. Cumuli di ghiaia, vegetazione spontanea cresciuta rigogliosa e tronchi accatastati dall’ultima alluvione occupano il gretto, pronti ad essere trascinati via dalla prossima piena e ostruire le arcate del ponte San Carlo. «Una situazione pericolosa – ci spiega Anna Cagnolo uno dei promotori del Comitato pro Bormida – Al nostro appello ha risposto solo l’Aipo che ci ha chiesto di presenziare durante il sopralluogo. Siamo stati ben disponibili ad accompagnarli».
L’intervento dell’Aipo
Dell’incontro è stato avvertito anche il Comune che però mercoledì scorso non ha mandato nessuno in rappresentanza. I due funzionari dell’Aipo, disponibili a sporcarsi le scarpe, sono riusciti a visionare solo una parte della riva tanto era compromessa la situazione. «Per procedere sarebbero state necessarie le motoseghe – continua l’intervistata – Si sono stupiti del fatto che nessuno si sia preoccupato di comunicare all’Aipo lo stato dei luoghi per chiedere di intervenire. Possibile che nessuno abbia visto gli alberi sradicati, il legname ammucchiato, i cumuli di sabbia e ghiaia su cui sono cresciute le gaggie? Ogni tanto, bassi, sul fiume passano elicotteri. Cosa guardano? Possibile che devono essere i cittadini ad informare le autorità?».
“La situazione è pericolosa”
Anna Cagnolo, 73enne, vive tra Acqui e Terzo, tra il cimitero e il fiume, una zona che nelle ultime alluvioni è stata sommersa. «Tante case sono finite a mollo – ricorda – La situazione è pericolosa e va risolta prima dell’autunno». Purtroppo la burocrazia del Belpaese trova spazio anche in questa circostanza. «E’ stato avvilente sentirsi dire ‘Peccato! L’avessimo saputo 15 giorni fa avremmo messo in cantiere questi lavori insieme a quelli della parte opposta del ponte. Ora dovrete aspettare la prossima occasione’ – continua Cagnolo – Possibile che chi è ha deciso di intervenire a valle di zona Bagni non si sia interrogato sulle condizioni a monte (che sono anche più preoccupanti)?». Infatti lì c’è l’immissione del Rio Medrio; se la Bormida cresce troppo e il ponte Carlo Alberto si occlude, il torrente non riesce a sversare e allaga la città. La cosa assurda è che dopo l’ultima alluvione il Comune aveva appaltato la pulizia dell’alveo finita in contenzioso perché pare che siano state tagliate piante sane e lasciate in terra quelle abbattute dall’acqua. Scandaloso. Peggio però è il fatto che la situazione sia rimasta la stessa. Anzi. Interverrà qualcuno prima della prossima piena?