Acqui – Genova, l’incognita dei tempi con i bus sostitutivi
Da domani partono le tre settimane in cui il capoluogo ligure sarà raggiunto attraverso l'autostrada
OVADA – La simulazione degli orari sul sito di Trenitalia parla chiaro: poco meno di due ore tra Acqui Terme e Genova, un’ora e mezza per chi parte da Ovada. Sempre che non ci siano intoppi. Se non un calvario, di sicuro una delle situazioni più difficili in tanti anni di disagio. Da oggi, domenica 1 agosto, fino al 28 del mese sull’Acqui – Genova si viaggerà con il servizio integrato. Il treno sarà utilizzato dal capolinea piemontese fino a Campo Ligure. Da li trasferimento in bus e prosecuzione verso il capoluogo su A26 e A10 che è facile prevedere molto congestionate a causa dei cantieri aperti.
Ripercussioni pesanti
«L’orario dei bus può variare in funzione delle condizioni del traffico stradale», puntualizzano le Ferrovie. Aspi, dal canto suo ha promesso la rimozione dei cantieri meno urgenti. Inevitabile però fare i conti con la limitazione dell’A10 sulla quale sarà applicato doppio senso di marcia nella carreggiata in direzione sud. «Lavoratori, pendolari e turisti – si legge nella nota diffusa qualche giorno fa dai gruppi attivi sul fronte dei trasporti su strada e su ferrovia – dovranno trasbordare su bus sostitutivi che dovrebbero percorrere la A26 e la A10. Viviamo a poche decine di chilometri da Genova ma risultiamo a tutti gli effetti distanti anni luce dalla città, con servizi pessimi e diritti costantemente calpestati».
Nuovi binari
L’interruzione è legata ai lavori di stesura dei nuovi binari tra Sampierdarena e Voltri per quadruplicare la linea. Il binario tra Borzoli e il quadrivio Torbella, dal quale l’Acqui – Genova si innesta nel nodo ferroviario metropolitano, sarà smontato e ricostruito. Per questo motivo anche dopo la riapertura per almeno una settimana i convogli viaggeranno a velocità ridotte per permettere un corretto rodaggio. Sempre secondo le Ferrovie, l’operazione risulta del tutto incompatibile al transito dei treni. Fanno spallucce i pendolari che attendono l’avvio di vero piano di potenziamento su una linea quasi dimenticata.