CNAPI, Sogin pubblica le osservazioni
Il dibattito sul deposito nazionale dei rifiuti radiologici sta passando in queste settimane a una nuova fase.
Lo scorso 5 gennaio era stata presentata la CNAPI, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee, assieme al Progetto preliminare del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico (DNPT). Al termine dei sei mesi previsti, la SOGIN (Società Gestione Impianti Nucleari) ha pubblicato sul sito depositonazionale.it le proposte e le critiche ricevute, in merito ai criteri e alla localizzazione delle aree.
Il deposito nazionale sarà un sito superficiale costituito da due sezioni, una definitiva che conterrà i rifiuti nucleari di basso livello e una provvisoria che conterrà i rifiuti di medio ed alto livello, in attesa della costruzione del deposito geologico profondo. Il deposito nazionale avrà una superficie totale di 150 ettari, di cui 110 del deposito nazionale propriamente detto e 40 destinati a parco tecnologico. I rifiuti odierni ammontano a 31.000 mc e provengono per il 45% dal comparto medico e di ricerca e per il 55% da quello di elettro produzione, a cui si aggiungeranno quelli derivanti dallo smantellamento dei vecchi impianti del programma nucleare italiano, il che porterà il totale approssimativamente a 78.000 mc. Nel territorio della provincia di Alessandria sono localizzati cinque dei quattordici siti italiani giudicati “molto buoni” e un sito dichiarato “buono”.
La SOGIN ha ricevuto complessivamente 320 osservazioni e proposte tecniche, per oltre 20.000 pagine di documenti, studi, relazioni tecniche e cartografie. I soggetti proponenti si suddividono in: enti locali (47%) – di cui regioni 3%, province 3% e comuni 41%; associazioni, comitati, ordini professionali e scuole (28%); privati cittadini (19%); piccole aziende (5%), soprintendenze del Ministero della Cultura (1%).
Le osservazioni e le proposte tecniche saranno discusse nel corso del seminario nazionale previsto in autunno, al termine del quale riprenderà la consultazione pubblica – la prima che si svolge in Italia su un’infrastruttura di rilevanza nazionale – finalizzata a ottimizzare la gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti nel nostro paese, in analogia con gli altri Stati europei.
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Fra tutte le proposte, quelle dei soggetti privati sono le più interessanti da analizzare. Esse esprimono preoccupazioni soprattutto sui risvolti ambientali, per la presenza sul territorio di coltivazioni di alto pregio o insediamenti turistici e storici. Il timore che accomuna molti è che la sola presenza del deposito nazionale comprometterebbe il valore della zona circostante, che verrebbe intaccate in modo negativo al netto di qualsiasi impatto ambientale.
A fine giugno il comitato Nucleare e Ragione, assieme alle pagine di divulgazione “La Fisica che non ti aspetti” e “L’Avvocato dell’Atomo” ha commissionato alla società di ricerche di mercato SWG un sondaggio in merito all’energia nucleare. Fra i vari quesiti proposti uno era inerente l’essere favorevoli o contrari a questa forma di energia e i motivi del giudizio. I risultati del sondaggio vedono il 67% degli italiani contrari a questa fonte di energia, ma al 56% favorevole o possibilista verso gli ultimi modelli di reattori avanzati. Fra i contrari, la prima ragione di opposizione risulta la cattiva gestione dei rifiuti (espressa dal 60% degli italiani) che sopravanza il timore di incidenti (che rimane al 49%).
La preoccupazione circa la gestione dei rifiuti appare radicata nella popolazione italiana e maggioritaria nei contrari a tale fonte di energia, non un timore di pochi che hanno espresso le proprie preoccupazioni. La costruzione del deposito dovrà quindi passare per un’attenta e completa informazione della popolazione sulle misure di sicurezza adottate e sul metodo di immobilizzazione dei rifiuti, per dare fiducia sulla gestione in sicurezza e sull’impatto ambientale.