Cerini: “Drapò? Il sindaco dovrebbe dimettersi”, e Lucchini replica
Il sindaco: "Il mio un atto provocatorio e non offensivo, fatto per il bene della sanità acquese"
ACQUI TERME – È stato uno scambio di idee animato quello che mercoledì 28 ha caratterizzato la seduta del Consiglio Comunale di Palazzo Levi. Tra i punti in programma anche un ordine del giorno presentato dal capogruppo del Movimento 5 Stelle, Mauro Ghione, in merito alla relazione elaborata da un team di professionisti che lavorano all’interno dell’ospedale “Galliano” “con l’obiettivo di formulare delle proposte di riorganizzazione del P.O. di Acqui Terme in previsione di un auspicabile investimento derivante dal “recovery plan” sul territorio”. Un documento pronto da mesi che è stato presentato in Consiglio il giorno seguente al piano progettuale triennale annunciato da Asl Al per lo stesso nosocomio termale.
La discussione, però, è stata ben presto dirottata sulle polemiche scaturite a seguito della scelta del sindaco Lorenzo Lucchini di disertare la consegna del drapò della Regione ai sindaci dell’Alessandrino come atto simbolico a seguito, a detta del sindaco, dello scarso interesse dimostrato dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi nell’ultimo anno e mezzo nei confronti della sanità acquese e in particolare dell’ospedale locale. Una scelta, quella di boicottare la consegna del drapò, che il consigliere di minoranza della Lega Marco Cerini ha definito molto grave: “Una mossa da campagna elettorale, fatta pur ben sapendo che la presentazione del progetto dell’Asl era in dirittura di arrivo. Un atteggiamento non positivo. Il drapò è simbolo di identità culturale e istituzionale nel quale la comunità acquese si riconosce. Ricordo al sindaco Lucchini che è un rappresentante delle istituzioni. Chiedo al Sindaco se davvero è così sicuro che tutti i cittadini abbiano apprezzato il gesto di rifiutare la bandiera regionale. Il Sindaco sa che il vessillo della Regione sventola in Municipio accanto al tricolore e alla bandiera europea? Allora perché, per coerenza, non lo fa rimuovere? Con questo gesto il sindaco ha fatto un uso politico della bandiera, ha fatto emergere scarso rispetto istituzionale, che più volte lo ha contraddistinto. Se davvero si sente di non appartenere alla regione non vedo come possa rappresentare una città che fa parte della regione stessa. Per queste ragioni, chiedo al sindaco di essere coerente e di dimettersi oggi stesso”.
Pronta la replica di Lorenzo Lucchini: “Voglio dire che la mia provocazione non ha certo il peso espresso da Cerini, nemmeno avessi bruciato una bandiera in piazza. Non ho voluto offendere nessuno. È stata una provocazione importante, ma chiedo che il Consiglio la raccolga per portare alla Regione un’istanza importante, perché questa città con l’assessore Icardi non ha mai avuto modo di confrontarsi. Anche per quanto riguarda le Terme è mancato il confronto, nonostante l’impegno preso dell’assessore in precedenza. A me non interessa nulla della polemica politica, perché credo che si debba ragionare dei bisogni dei pazienti e dei cittadini acquesi. Il progetto illustrato da Icardi e dall’Asl ben venga, ma è necessario che si incroci con ciò che serve e con quello che il territorio chiede”.
Lucchini ha poi fatto un lungo elenco delle criticità che gravano sul “Galliano”, in particolare per quanto riguarda l’organico e gli svantaggi logistici causati dalla distanza che lo separa degli altri centri ospedalieri della provincia. Proprio in tal senso, Lucchini auspica una più intensa collaborazione con l’ospedale di Ovada, “Con il sindaco Lantero stiamo ragionando proprio su questo aspetto. Dobbiamo ragionare su una visione d’insieme e di collaborazione tra le due strutture”.
Per quanto riguarda Acqui, il sindaco ha poi rimarcato l’assoluta necessità di “iniziare a lavorare per i pazienti cronici, perché il futuro dell’ospedale nel medio lungo periodo potrebbe essere quello di una struttura “depotenziata” in cui mancano i posti letto per ospitare i pazienti cronici. Stiamo aspettando di incontrare l’assessore Icardi perché, tra le altre cose, a settembre dobbiamo presentare i progetti per i cosiddetti ospedali di comunità. Per ogni centro zona è previsto un fondo di 1 milione e mezzo, ma ad oggi, non avendo ancora avuto un colloquio con nessuno e in particolare con la Regione non sappiamo come articolare un progetto per il quale bisogna decidere, ad esempio, dove collocare i posti letto, se all’interno del “Galliano” oppure in un altro spazio. Si parla di uno o due moduli da 20 letti che potrebbero dare un grande sollievo al nostro ospedale. Di questo e di tantissime altre cose legate alla sanità locale dobbiamo parlare con Icardi, al più presto possibile. Quando riuscirò a parlare con l’Assessore di tutti questi aspetti allora andrò a ritirare il drapò con vero piacere».