Acqui primo comune in regione per numero di vaccinati
Su 18.237 residenti "vaccinabili" hanno ricevuto almeno una dose di siero quasi 13mila cittadini
ACQUI TERME – I dati dell’Unità di crisi mettono Acqui sul gradino più alto del podio per quanto riguarda il numero di cittadini vaccinati sul totale della popolazione. Alla data di martedì 29 giugno su 19.845 residenti di cui 18.237 persone “vaccinabili”, ben 12.882 risultavano “coperti” dalle inoculazioni anti-Covid (con almeno una dose di siero), ovvero il 71% del totale. In proporzione, nessun altro Comune piemontese ha fatto meglio.
Un dato per il quale il sindaco Lorenzo Lucchini esprime profonda soddisfazione, rendendo merito al gran lavoro dei medici e di tutto il personale sanitario che ha operato negli hub preposti e all’interno delle strutture ospedaliere e delle case di riposo. “È un dato che inorgoglisce – ha dichiarato Lucchini – e che permette di vivere la nostra quotidianità con più tranquillità e ridurre al minimo il numero dei casi in città. Voglio esprimere, prima di tutto, la mia riconoscenza per il lavoro di coordinamento che ha svolto il dottor Claudio Sasso, direttore del distretto sanitario Acqui-Ovada. Voglio poi ringraziare tutti coloro che con il proprio impegno hanno consentito questo risultato: personale sanitario, amministrativo e volontario. In particolare anche tutti i miei concittadini per il grande senso di responsabilità. C’è sempre stata una risposta importante da parte degli acquesi ad ogni nostra forma di comunicazione, che ci ha permesso di gestire questa situazione critica e difficile nel miglior modo possibile. Una percentuale così alta ci consente di sentirci molto più vicini a quella famosa immunità di gregge che permette di essere più sereni nella vita quotidiana”.
Il primo cittadino acquese, però, non si accontenta e pensa ai più giovani: “Adesso la percentuale residua del 29% deve essere coperta prima dell’apertura delle scuole. Farò un’istanza nei prossimi giorni alla Regione Piemonte affinché ci si muova con la massima solerzia possibile sulle fasce giovani per arrivare più velocemente possibile a un’ampia fascia di popolazione vaccinata. L’apertura del prossimo anno scolastico con una percentuale di vaccinazione ancora più alta ci consentirebbe di essere tutti più sicuri nell’interesse dell’intera comunità.