Musulmani acquesi: in 150 per la preghiera di fine Ramadan
I fedeli si sono radunati a Strevi. "Nuova moschea? Stiamo solo ristrutturando un capannone"
ACQUI TERME – Mercoledì 12 è terminato il Ramadan, per i musulmani il mese sacro di digiuno dedicato alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina. Come ogni anno, le comunità della provincia hanno celebrato la festa d’interruzione del digiuno (l’Eid-Al Fitr, ndr) con la preghiera collettiva all’aperto che solitamente raduna centinaia di persone. Nella mattinata di ieri, giovedì 13, circa 150 fedeli della comunità islamica acquese hanno salutato la fine del Ramadan radunandosi in un piazzale nel comune di Strevi, in via della Nave.
Il mese sacro, però, non rappresenta solo il periodo del digiuno ma anche quello della generosità e delle opere di carità. Prima della festa d’interruzione, infatti, ogni musulmano è tenuto a donare una quantità di cibo ai meno fortunati, «gesto attraverso il quale espiare i propri piccoli peccati quotidiani commessi durante il periodo di Ramadan – spiega Mohammed El Hlimi, presidente dell’associazione Islamica Culturale Acquese Onlus – Come ogni anno, infatti, la nostra comunità ha raccolto il cibo donato dai fedeli che distribuiremo ai più bisognosi (foto in basso, ndr)». Solo uno dei tanti gesti di solidarietà della comunità islamica di Acqui, che lo scorso anno ha avviato una cospicua raccolta fondi a sostegno dell’ospedale ‘Monsignor Galliano’, «con la quale abbiamo raccolto 3mila e 500 euro per aiutare medici e infermieri nella dura battaglia al coronavirus. Inoltre, una quarantina di fedeli sostengono l’Avis di Acqui donando periodicamente il sangue. Come cittadini dell’Acquese ma soprattutto come musulmani siamo sempre felici di offrire il nostro contributo alla comunità».
Il centro culturale di via Nizza è attivo sin dai primi anni ’90 e nell’Acquese è un punto di riferimento per oltre 3mila persone. «Avremmo bisogno di un nuovo spazio – sottolinea Mohammed El Hlimi – perché ormai il centro è diventato troppo piccolo per le nostre attività culturali. Per il momento, però, non possiamo permetterci altri locali». Una risposta anche a chi giorni fa su un noto gruppo Facebook della città termale ha pubblicato un post in merito alla presunta costruzione di nuova moschea in zona corso Divisione, voce che El Hlimi tiene a chiarire: «Prima di tutto voglio precisare che non si potrebbe comunque parlare di moschea ma semmai di centro culturale, perché di vere e proprie moschee in Italia se ne contano davvero poche. Stiamo solo ristrutturando internamente un capannone di nostra proprietà che abbiamo acquistato nel 2006 in zona corso Divisione. L’intervento era ormai necessario per la riqualificazione della struttura, considerato anche il fatto che tempo fa abbiamo speso più di 40mila euro per la sistemazione del tetto. Abbiamo tutti i permessi, e comunque i lavori dureranno ancora per parecchio tempo. Ad ogni modo, posso dire che rimarremo in via Nizza ancora per un po’».