Ungulati, da problema a risorsa?
Protopapa: "Si pensa ad una filiera tracciata della carne da selvaggina"
TORINO – Gli ungulati sono una piaga per l’Acquese (e non solo). Rovinano le coltivazioni e mettono in pericolo la circolazione veicolare. Dal 2020 l’assessore all’Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca della Regione Piemonte, Marco Protopapa, però sta seguendo il progetto “Filiera Eco-Alimentare”. L’idea è quella di creare un sistema che bilanci il controllo igienico-sanitario degli ungulati presenti sul territorio e la qualità delle loro carni. Come? Istituendo una filiera tracciata di commercializzazione della selvaggina. «Un percorso che consenta di gestire le popolazioni di fauna selvatica limitando i danni da essa provocati, generare un sistema di economia locale volto a valorizzare una risorsa rinnovabile che trova grande interesse nella ristorazione e formare il mondo venatorio e quello dei trasformatori in maniera nuova» spiega.
Al centro del progetto la valorizzazione del benessere animale «anche se possa sembrare un concetto distante e non applicabile all’attività venatoria – ammette l’acquese – Il progetto ha come presupposto fondamentale che le carni di selvaggina derivano da animali a vita libera che si cibano spontaneamente di ciò che la natura offre e che non entrano mai in contatto con situazioni di stress; questo presupposto è collegato inscindibilmente alla qualità del prodotto stesso. Poi un’importante fase sarà quella dedicata alla formazione, all’etica venatoria affinché vengano sempre rispettate le regole di comportamento anche in questa attività molto presente nella nostra regione».
La visione di Protopapa guarda al di là dei risarcimenti: «Ho ritenuto importante avviare un percorso con i promotori del progetto per comprendere le modalità con cui rendere possibile l’avvio di una filiera locale di qualità sull’intero territorio regionale – dichiara – Così trasformiamo in risorsa il grave problema dei danni da cinghiali che colpiscono i nostri agricoltori. Al tempo stesso promuoviamo azioni di divulgazione e di comunicazione, in vista della prossima stagione venatoria, fondamentali al fine di far conoscere il prodotto al consumatore al quale deve essere data possibilità di capire la differenza fra prodotti di importazione e prodotti locali, sia in termini di qualità che di sicurezza alimentare».
La promozione del progetto è stata affidata a Visit Piemonte nell’ambito delle iniziative pianificate per il 2021. «Intanto i promotori hanno già provveduto a portare a compimento ulteriori ricerche, attivandosi per consolidare l’interesse delle parti coinvolte (cacciatori, macellai, ristoratori) e raccogliendo nel concreto adesioni di imprenditori del territorio per la costituzione di un’associazione dedicata – conclude Protopapa – L’intento è quello di gestire la filiera, il marchio e la comunicazione relativa al progetto stesso, certificando l’origine, la salubrità e la qualità delle carni di selvaggina in un’ottica di benessere animale».