Lavoro, diritti e occupazione: nuove sfide per il territorio
I segretari Armosino (Cgil), Gregori (Uil) e Ciani (Cisl) nel giorno della Festa del lavoratori
ALESSANDRIA – Quello di quest’anno è “Primo maggio” di dolore – nella mattinata di giovedì 29 il tragico incidente al cantiere Amazon di Alessandria in cui ha perso la vita l’operaio Flamur Alsela – e al contempo di speranza. A più di 14 mesi dall’inizio della pandemia in Italia, la giornata che celebra il diritto al lavoro diventa un’occasione per provare a interpretare ciò che il domani (e con “domani” si intendono già i prossimi mesi) potrà riservare alla nostra provincia dal punto di vista lavorativo e occupazionale. Alle rappresentanze sindacali spetterà il compito di saper affrontare le nuove sfide imposte dal sempre più evidente mutamento dei modelli produttivi.
La Cgil: “I diritti? Per difenderli servono strumenti nuovi”
“I prossimi saranno anni difficili da immaginare. Il mondo del lavoro cambierà nella sua organizzazione, cambieranno le sue tipologie e la tecnologia avrà un impatto sempre più incisivo”, così il segretario generale provinciale della Cgil, Franco Armosino, traccia il possibile profilo del lavoro che verrà. “Pensiamo soltanto a quanto sia stato determinante lo smart working nell’ultimo anno. È evidente che le aziende stanno rivalutando le loro stesse strutture. Sia chiaro però che la non presenza sul posto di lavoro può essere un’arma a doppio taglio: chi ci assicura che questo fenomeno non si tradurrà poi in minori tutele e diritti per i lavoratori?”. Le attività a distanza stanno iniziando a cambiare anche i ragionamenti degli stessi sindacati: “Stiamo affrontando nuove problematiche, quali, ad esempio, la contrattazione dello smart working e il diritto alla disconnessione. Abbiamo davanti un mondo del lavoro che dovremo saper “leggere” attraverso nuovi modelli organizzativi. I diritti si dovranno difendere con strumenti nuovi” sottolinea Armosino.
La Uil: “Da evitare pandemia occupazionale”
Il segretario della Uil, Aldo Gregori, guarda (anche) al breve periodo: “La scadenza del blocco ai licenziamenti ci preoccupa moltissimo, perché dopo la pandemia virale potremmo averne una occupazionale”. È fuori di dubbio come l’emergenza sanitaria abbia contribuito a rimarcare ancora di più le disuguaglianze sociali già in essere, “e questa tendenza potrebbe palesarsi anche da un punto di vista culturale. Le ricadute sul sistema scolastico potrebbero aver accentuato la dispersione scolastica. Sarà importante rimanere sempre a fianco degli ultimi e dei più svantaggiati, non solo dal punto di vista economico”. Non mancano, però, i punti di forza su cui puntare: “Il Recovery Plan in questo senso può essere un’importante ancora di salvezza per la nostra provincia – aggiunge Gregori – ma si dovrà investire sul territorio con interventi e infrastrutture in modo serio e mirato. A livello provinciale abbiamo chiesto un tavolo di confronto per capire dove e come agire al fine di costruire valide prospettive per il futuro del nostro territorio”.
La Cisl: “Per creare lavoro bisogna darsi da fare rimanendo uniti”
Un territorio che per Marco Ciani, segretario provinciale della Cisl, “dovrà saper fare squadra: nell’anno pandemico l’emorragia occupazionale ha colpito la provincia di Alessandria molto duramente. Abbiamo perso più di 6mila posti di lavoro, siamo una della province del nord con il più alto tasso di disoccupazione”. Nel 2020 si è visto il buio più nero, ma nel 2021 potrebbero intravvedersi nuovi spiragli di luce anche grazie agli investimenti generati dal Recovery Plan, “per utilizzare al meglio i fondi che arriveranno dalle manovre economiche, però, servirà coesione territoriale. I ragionamenti per “campanile” non porteranno da nessuna parte. Occorre che politica, economia e terzo settore lavorino uniti e compatti. Risolvere i problemi da soli è molto difficile, in questo momento ancora di più”. Lo slogan di quest’anno scelto dalle tre sigle sindacali per la Festa dei Lavoratori è “L’Italia si cura con il lavoro”, “spero che anche la provincia di Alessandria possa godere di questa cura – osserva Ciani – ma per creare lavoro serve che sia lo stesso territorio a metterci del suo”.