Crisi del Monferrato, location per matrimoni
Intervista alla wedding planner Chiara Tornato
ACQUI TERME Calano i contagi si parla di ripartenza. Mentre alcune regioni si stanno attrezzando per la redazione di un protocollo ‘matrimoni covid-free’, il resto del Belpaese pare aver dimenticato gli operatori del wedding per i quali non c’è spazio nella road map delle riaperture messa a punto dal governo Draghi.
Il fatturato del settore, secondo report accreditati, è crollato del 92,7% rispetto all’anno precedente la pandemia. Abbiamo fatto il punto della situazione con Chiara Tornato, wedding planner di Acqui che lavora nel Basso Piemonte e in Liguria, dal 2005.
«La crisi pandemica è arrivata proprio in un momento in cui le nostre colline, sulla scia di quelle Toscane, cominciavano ad essere apprezzate da nubendi provenienti dall’estero – spiega – Le location monferrine, valorizzate dalla promozione a Patrimonio dell’Unesco, erano molto ambite ad esempio dagli americani che fino ad ottobre 2019 mi contattavano per organizzare un ‘matrimonio da favola’, evento che dalle nostre parti costa meno rispetto ad uno similare in Usa».
Indotto importante
Nella macchina organizzativa di un «sì» nell’Acquese sono coinvolte tante figure imprenditoriali. Oltre il weedding planner («in Usa sposarsi senza questa figura è come sposarsi senza marito» scherza la Tornato), ci sono proprietari di location, titolari di catering, noleggiatori di mezzi con conducente, albergatori, fioristi, parrucchieri e estetisti, a cui si affiancano le figure turistiche, tipo i produttori di vino per l’immancabile tour di degustazione.
«Tutte figure alle quali con il blocco della mobilità una grande fetta di lavoro è venuta meno – continua l’intervistata – Alcuni di loro, penso ai proprietari delle location, hanno comunque sopportato costi di gestione (riscaldamento, manutenzione, eccetera) che sicuramente hanno aggravato la situazione già critica dei mancati incassi».
Ora, però, la mobilità sta ripartendo. «Localmente sì ma per rivedere stranieri dovremo attendere chissà quanto. Al di là del problema contagio del paese di origine, le notizie diffuse al resto del mondo sulla campagna vaccinale italiana non rassicurano al punto da pianificare un matrimonio oltreoceano – precisa la Tornato – Ed anche per i quelli italiani la situazione poco chiara. C’è una grande confusione dovuta anche al fatto che i matrimoni del 2020 rimandati al 2021 (se e come si faranno) hanno di fatto esautorato le date disponibili obbligando le coppie a spostare al 2022 se non al 2023 l’eventuale cerimonia».