Storia di una fortezza che non c’è più nel paese patrimonio dell’Unesco
Il fascino della storia, le difficoltà del presente e le prospettive per il futuro. Emanuele Pagliano Migliardi, studente di Informazione e Editoria all’Università di Genova, ha realizzato uno speciale – che Il Piccolo pubblicherà a puntate a partire da lunedì 22 marzo 2021 – dedicato ai castelli dell’Acquese: Acqui Terme, Alice Bel Colle, Melazzo, Morsasco e Rivalta Bormida. Questo è il secondo appuntamento.
IL PRIMO CAPITOLO: ACQUI E I PALEOLOGI
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A sei chilometri da Acqui Terme, nella valle del Rio Medrio, si trova il paese di Alice Bel Colle, conta 780 abitanti, situato a 418 metri sul livello del mare, si sviluppa su una superficie di 1210 ettari. Dal 2014 il Comune, fa parte della lista del patrimonio mondiale dell’umanità (UNESCO), iscritta come: “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte, Langhe-Roero e Monferrato”. Il suo patrono è San Giovanni Battista.
ORIGINI
Alice Bel Colle fu possedimento dei conti d’Acquesana fino al 1070. Secondo uno storico alicese, Francesco Ghiglia, il territorio, tra la fine del 1000 e l’inizio del 1100 era diviso in tre feudi: Alice, Lintignano e Barberio, e di proprietà del Marchese del Monferrato (a partire dal 1178 dei Marchesi di Occimiano). Negli anni seguenti, il Comune di Alessandria conquistò i due feudi di Alice e Barberio e più tardi tra il 1250 e il 1270 quello di quello di Lintignano.
In questo periodo risale la costruzione del Castello di Alice con supporto del Comune di Alessandria. Nel 1278 dopo la vittoria dei Marchesi del Monferrato sul comune di Alessandria i tre feudi tornarono sotto il loro controllo. Data importante è il 1533, quando dopo la morte di Giangiorgio Paleologo, l’ultimo della dinastia monferrina, Alice divenne per arbitrato dell’imperatore Carlo V, possedimento di Federico Gonzaga di Mantova che consolidò dunque, il passaggio dei terreni dai Marchesi del Monferrato ai Gonzaga di Mantova che divennero Duchi del Monferrato e Duchi di Mantova. Nel 1613 il territorio Alicese passò per un breve periodo ai Duca di Savoia per poi tornare nuovamente ai Duchi del Monferrato. Questa data è importante perché fonti storiche documentano il ruolo strategico del castello.
Ghiglia scrive: “Era ancora nel 1613 tenuto in conto di fortilizio meritevole e suscettibile di difesa, come lo erano in quella occasione ancora i castelli di Mombaruzzo, di Bergamasco e di Acqui”. La struttura più che un castello era un fortino a carattere militare, lo chiarisce lo stesso Ghiglia proseguendo nella descrizione, che contrappone il buono stato conservativo con quello del “recinto di Alice o piazza murata di Alice”, che mostrava discontinuità nel rivestimento e rotture nella muraglia.
Una descrizione grafica della fortezza è contenuta nella copia o Piano regolare del castello di Alice fatta nel 1782 dal geometra Giambattista Biorci per ordine della regia intendenza di Acqui. Il rilievo è formato da un indice descrittivo delle vie e unità edilizie. La fabbrica del castello, si elevava nell’angolo nord della spianata ottagonale, mentre il resto dell’area costituiva il cortile di pertinenza, essa aveva una forma rettangolare era larga ventiquattro e lunga ventisei piedi camerali. Stando alla descrizione di Ghiglia: “È da presumersi che il fabbricato fosse composto da un piano terreno molto alto, e di un solaio morto o legnaia soprastante; e che il piano terreno fosse occupato da un lungo e grande camerone, adibito più anticamente come dormitorio militare, da una camera di dimensioni più ristrette ad uso cucina”. Lo storico Alicese chiarisce come la struttura dovesse ampliarsi oltre il portone d’ingresso con un altro fabbricato rustico ad uso scuderia, conclusione supportata da fonti storiche.
STORIA DELL’ABITAZIONE CASA CASTELLANA IN VIA BALBI N.38
Nella planimetria di Biorci, si segnala la presenza di un grosso fabbricato, individuato come casa civile del Conte di Castel Rocchero, la cui forma ricorda, dal confronto con l’attuale planimetria catastale, quella del corpo edilizio in Via Balbi porta e del quale il civico n.38 è una parte. L’origine dell’intero fabbricato in “Via balbi porta” assomiglia a quello precedente all’ anno 1782. Ghiglia sostiene che il palazzo apparteneva in passato ai Marchesi di Occimiano, signori di Alice in età basso medievale e che nel Cinquecento passò ai Conti San Giorgio di Biandrate.
Da questi il paese, intorno al 1780 sarebbe passato ai Beltrambi, conti di Castel Rocchero. Dai Beltrambi, passò poi agli eredi Conti mola di Larissè, che furono proprietari fino al 1846. Nel 1860 le mura del castello vennero demolite, su tutto il lato di fronte alla Chiesa. I mattoni furono recuperati per costruire nuove opere. Nel 1883 venne asportata una porzione di terreno, lunga 85 metri e larga 4 dove era stato demolito il muro della cinta, tale porzione fu usata per creare circonvallazione con costruzione di un peso pubblico. Nello stesso periodo venne costruito il municipio, in stile neoclassico su aiuto dell’Ingegnere Leale di Alessandria. Due anni più tardi vennero costruite due cisterne, che raccolsero acqua piovana dai tetti delle case dei dintorni: una in reg. Sebastiano e l’altra in regione Portello. Nello stesso anno venne abbattuta la torre feudale del paese per allargare la piazza per che ospitava il gioco del pallone elastico.
In seguito, la dimora venne acquistata da Giuseppe Benevolo, che la lasciò in eredità al figlio dottor Vincenzo. Nel 1892 i nuovi proprietari sono i fratelli Drago, ed è questo uno degli ultimi passaggi di proprietà documentati. In questo periodo il castello è arricchito da decorazione pittoresche pregevoli manufatti, costruito tra dimore signorili (case castellane). Il 17 settembre del 1944, la frazione “Boidini”, venne incendiata dai soldati tedeschi, nell’incendio persero la vita una donna e un bambino. Il 22 novembre dello stesso anno, cui furono diverse perquisizioni con la presa di ostaggi. Nella primavera del 1945, Alice diventò un punto strategico, per lo scontro tra partigiani e i repubblicani della caserma di Acqui Terme. Dell’antico castello degli Acquesana rimangono pochi ruderi.
MONUMENTI STORICI DEL PAESE
All’interno del paese possiamo osservare diverse strutture storiche come: la chiesa di San Giovanni Battista, costruita dall’architetto Monticelli, la Chiesetta della Madonna del Poggio, che all’interno contiene una bellissima statua in legno che raffigura la Madonna del XVIII secolo.
CINQUE COSE DA VEDERE
- Hotel Belvedere: L’ hotel nasce nel 1956, da sempre a conduzione famigliare. All’ interno vi è un bar con un biliardo boccette, ricevitoria lotto, tabaccaio e edicola.
Hotel Belvedere
- La Chiesa di “San Giovanni Battista”: la principale del paese, si trova in piazza Guacchione.
Chiesa di “San Giovanni Battista”
- La Chiesa della Madonna del Poggio: si trova nelle vicinanze del cimitero.
- La Cantina vecchia (casa Bertalero): la vecchia cantina nasce il primo agosto 1956 dalla volontà di un gruppo di viticoltori, per lavorare in comune le uve e valorizzare e commercializzare i vini ottenuti. Lo stabilimento si trova a 6 km da Acqui Terme. La cantina rappresenta la maggior realtà produttiva del territorio.
- “La panchina gigante del sole”: Inaugurata il 27 aprile 2019, di colore rosa perché richiama il colore delle uve dell’Acqui Rosè, una variante secca del brachetto col la quale si vuole rilanciare il territorio. Si trova nella località “la fraschetta”.
“La panchina gigante del sole”
L’IMPATTO DELLA PANDEMIA SUL PAESE
Sulla situazione legata al covid-19 è intervenuto il sindaco di Alice bel colle, Gianfranco Martino che ha affermato: “I più colpiti sono stati ristoratori e albergatori. Nella prima ondata siamo stati Covid-free, mentre nella seconda e terza ondata, abbiamo avuto qualche caso”.