I pro e i contro nel comportamento alimentare durante il lockdown da SARS-Co-2
Riprendiamo l’argomento alimentazione-Covid, anche considerando il fatto che, a distanza di un anno, continuiamo a passare molto tempo fra le mura domestiche. È cambiato qualcosa nel nostro modo di alimentarci, abbiamo fatto e continuiamo a fare scelte dettate dalla situazione contingente in cui ci troviamo? Il cambio di abitudini con il quale ci siamo necessariamente scontrati, ha portato a importanti modifiche nel nostro comportamento alimentare, alcune buone, altre meno. Iniziamo dalle notizie positive: il passare molto tempo fra le mura domestiche ci ha permesso di dedicare più tempo alla preparazione dei pasti. Tutti sappiamo il gran consumo che è stato fatto di farina e di lievito, beni che erano diventati quasi introvabili perfino al supermercato e questo perché, un po’ per passare il tempo, un po’ per curiosità ci siamo ritrovati a panificare, a fare pasta in casa, a preparare dolci casalinghi, improvvisandoci mastri fornai.
Naturalmente questo ha avuto il vantaggio di limitare l’assunzione di sostanze artificiali, conservanti, grassi di cattiva qualità nella nostra alimentazione. In particolare, la preparazione di dolcetti casalinghi, delle classiche torte di una volta, ha anche concesso il lusso di dedicare più tempo alla prima colazione, pasto fondamentale per un buon inizio della giornata, e, cosa ancora più piacevole, condividerla con tutti i membri della famiglia intorno allo stesso tavolo. E ancora, poter pranzare a casa ha orientato verso scelte più in linea con le indicazioni nutrizionali, evitando di mangiare un panino magari in piedi e di corsa e assumendo la maggior parte dei nutrienti nella prima parte della giornata, abitudine che potrebbe aiutarci nel favorire la digestione e riposare meglio alla notte. D’altra parte, però, il lockdown ha avuto un notevole impatto sull’ago della bilancia: la tendenza a mangiare di più, magari anche per fame “emotiva”, non è stata bilanciata da un’attività fisica adeguata, portandoci così ad un guadagno di peso nella maggior parte dei casi. Da un’indagine di mercato, Coldiretti ha stimato che nel periodo forzato Marzo-Aprile 2020, la spesa pro-capite sia aumentata dell’8%, con acquisti spesso indirizzati verso prodotti ad alto intake calorico. Il consumo di farine è aumentato del 150%, quello di impasti base (frolle, brisè, sfoglie, pizza) del 38%!!!
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Assolutamente necessario, per rimetterci in forma e salvaguardare la salute, è ritornare ad una dieta equilibrata a base di verdura, frutta, poca carne e meno carboidrati, senza fare diete eccessive o grandi rinunce, ma semplicemente cercando di consumare meno cibi ad elevato tenore calorico e ricominciare, unitamente a fare una moderata attività fisica. A questo proposito merita un cenno un fenomeno che, personalmente, ho trovato curioso e preoccupante al tempo stesso. Lo stato psicologico, che ha condizionato le persone in questo strano periodo, ha indotto, in alcuni, una sorta di ricerca maniacale e compulsiva di uno stato fisico “perfetto”, percepito come irraggiungibile a causa della chiusura di palestre e centri di fitness. Si è ricorsi allora all’uso di sostanze definite Image and Performance Enhancing Drugs (IPEDs), le cui vendite, statistiche alla mano, soprattutto on line, sono schizzate alle stelle. Si tratta di sostanze che possono migliorare l’aspetto fisico e la concentrazione mentale: abbiamo quindi proteine, multivitamine, sostanze anabolizzanti ed eccitanti, motivo per cui, fra l’altro, il consumo maggiore è stato registrato negli uomini.
A questo proposito è appena stato pubblicato su Frontiers in Psychiatry un articolo scientifico basato sullo studio di un campione di 3161 partecipanti di sette diversi paesi, fra cui 1300 dall’Italia, da cui si evince che circa il 28% del campione ha fatto uso di queste sostanze, usandole per la prima volta proprio durante il lockdown, nel tentativo forse di far fronte a uno stato ansioso derivante dalla paura di compromettere l’aspetto fisico, a causa di una ridotta attività sportiva. Queste sostanze, note da tempo, possono però avere pericolosi effetti collaterali sia a livello epatico che cardiaco, indurre ipertensione e ipercolesterolemia e la facilità con cui è possibile acquistarle in rete può indurre a scelte molto sbagliate e pericolose.
Trovo importante dare risalto a questo fenomeno, che altro non è se non una manifestazione di un atteggiamento ossessivo nei confronti dell’aspetto fisico (fitspiration, secondo un moderno neologismo) e che può portare a comportamenti errati, potenzialmente molto dannosi che richiederebbero interventi informativi ed educativi mirati, soprattutto verso i giovani.
*Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica
Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”
valeria.magnelli@uniupo.it