‘Galliano’: Paola Gnerre nuova direttrice di Medicina Generale
Savonese di 44 anni, sostituisce il dottor Gianfranco Ghiazza
ACQUI TERME – Sarà la dottoressa Paola Gnerre a raccogliere l’eredità del dottor Gianfranco Ghizza (oggi consulente sanitario del Comune di Acqui nell’ambito dell’emergenza Covid) in qualità di nuova direttrice del reparto di Medicina Generale dell’ospedale ‘Monsignor Galliano’.
Savonese di 44 anni, fino alla nuova nomina Paola Gnerre ha prestato servizio nella struttura complessa di Medicina Interna e Cure Intermedie dell’Ospedale San Paolo di Savona. Laureata in Medicina e Chirurgia all’Università di Genova e specializzata in Medicina Interna presso lo stesso ateneo, ha conseguito un diploma universitario in Metodologia della Ricerca Clinica presso l’Università Campus Bio-Medico, Facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma e un diploma di Ecografia Internistica. Nel corso della grave situazione legata alla pandemia da Covid-19, ha affrontato l’emergenza clinica nel contesto del reparto di medicina dell’Ospedale di Savona, dedicandosi allo stesso tempo alla raccolta di dati clinici, alla pubblicazione di lavori scientifici sul tema e realizzando o partecipando alle numerose attività di formazione e ricerca scientifiche.
La neo direttrice del reparto di Medicina Generale del ‘Monsignor Galliano’ è stata promotrice di due studi di grande impatto sulla popolazione dell’ASL in cui ha operato: uno inerente il trattamento con i nuovi farmaci anticoagulanti e l’altro riguardante la messa a punto di un programma di follow up dei pazienti con pregressa polmonite da COVID-19. Il suo impegno scientifico e formativo le ha permesso di ottenere la nomina a Segretario Nazionale della Società Scientifica FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti).
«Con questa nomina Asl Al prosegue nel progetto di reclutare profili di giovani professionisti – comunica l’Azienda Sanitaria – attivi anche nella ricerca e con un’attenzione all’integrazione tra ospedale e territorio per far sì che a trarre beneficio da queste nuove figure non siano solo le strutture ospedaliere, ma anche tutta la più ampia rete dei servizi sanitari locali»