Nucleare, la Lega tira Lucchini per la giacca: “Perché non dice nulla?”
"Il sindaco dica cosa intende fare, magari convocando una riunione di coordinamento"
ACQUI TERME – La sezione acquese della Lega interviene sulla questione scorie radioattive. «Siamo sconcertati dalla notizia dell’individuazione di alcuni siti in provincia di Alessandria, alcuni dei quali anche in valle Bormida, ritenuti idonei ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi» dichiarano Marco Cerini e compagni. Ovviamente il sito che preoccupa di più è quello più vicino alla città termale, nei Comuni di Castelnuovo Bormida e Sezzadio.
Fermo il ‘no’ delle camice verdi a tutela della Valle Bormida. «Parliamo di una zona dichiarata dal Consiglio dei ministri nel 1987 ‘ad elevato rischio di crisi ambientale” a causa dell’alto livello di inquinamento causato soprattutto dall’Acna di Cengio – precisano – Un prezzo veramente alto pagato dagli abitanti della Valle per molti decenni ai quali si prospetta ora anche l’ipotesi dell’eventuale localizzazione del deposito di rifiuti radioattivi di tutta Italia».
La notizia delle scorie ha comprensibilmente attivato una levata di scudi da parte degli amministratori degli enti locali della provincia a cui i leghisti si sarebbero associati. «Tra le voci contrarie non abbiamo però udito fino ad oggi quella del sindaco di Acqui Terme Lorenzo Lucchini che in più occasioni si è fatto portavoce per la città termale e per i Comuni dell’Acquese di varie problematiche tra le quali quella della sanità – accusano i leghisti nostrani – Ritenendo il sito di stoccaggio nei Comuni di Castelnuovo e Sezzadio potenzialmente pericoloso per la salute degli abitanti, chiediamo quindi al sindaco Lucchini di dirci chiaramente cosa intenderà fare su tale scottante tema, magari convocando una riunione di coordinamento con tutti i sindaci della Valle Bormida per stilare osservazioni ed eventuali controdeduzioni da inviare alla Sogin entro i prossimi due mesi (iniziativa peraltro già prontamente intrapresa dall’Amministrazione provinciale di Alessandria), oppure facendosi portavoce presso il Governo del dissenso che si è già manifestato in provincia ed in particolare in Valle Bormida».