Il manifesto di Izzo e Tortarolo, autori “in attesa di giudizio”
L'inedito è stato recensito su una delle più importanti riviste di critica letteraria
ACQUI TERME – Un progetto editoriale che comprende un vero e proprio manifesto letterario. Un movimento autoriale (e culturale) che ricerca e propone risposte nuove in questi tempi apparentemente decadenti. “Detenuti in attesa di giudizio universale” è un inedito scritto “a otto mani” che ha già iniziato a far parlare di sé. Recensito da ‘Satisfiction’, una delle riviste interattive di critica letteraria più importanti del panorama italiano, il testo di oltre 170 pagine è una sorta di archivio di racconti e idee «maturati in ognuno di noi nel corso di questo ultimo anno – spiega Carlo Tortarolo, uno dei promotori del progetto – durante il quale, nostro malgrado, abbiamo avuto parecchio tempo per riflettere e stare con noi stessi».
Due dei quattro autori sono acquesi, o meglio, uno e mezzo. Già, perché se Fabio Izzo – due volte candidato alla finale del Premio Strega – è nato e cresciuto ad Acqui Terme (con diversi periodi di “pausa” trascorsi tra Finlandia e Polonia), Carlo Tortarolo è un avvocato marchigiano che per lungo tempo ha vissuto a Morbello. Insieme al noto scrittore e fumettista Gianluca Morozzi e all’autrice di romanzi erotici Angy Blue, Izzo e Tortarolo hanno elaborato un inedito con riflessioni a tema libero, aforismi e narrazioni «che in qualche modo analizzano il rapporto dell’individuo odierno con la natura, con la società e gli altri individui, per provare a capire come migliorarsi, come diventare maggiorenni per contribuire, ognuno nel suo piccolo, a far progredire una società senza più punti di riferimento e quindi alla deriva. Ecco, noi ci chiediamo se sia davvero così o se si può ancora dare risposte nuove e utili anche nella vita di tutti i giorni».
Fabio Izzo e Carlo Tortarolo appartengono alla medesima generazione, a quegli ‘over 40’ nati alla fine degli anni ’70, «che hanno avuto la fortuna/sfortuna di aver assistito a diversi momenti epocali: la fine della Guerra fredda, il crollo del Muro di Berlino, le guerre del petrolio in Medio Oriente, l’11 settembre e ora il Covid. Crediamo che di tutto ciò manchi oggi una sorta di sintesi letteraria. Beh, noi abbiamo provato a tracciare una strada verso quella direzione».
“Detenuti in attesa di giudizio universale” vuole essere una sorta di primo esperimento con l’obiettivo di costruire un movimento di più ampio respiro, «aperto a nuove collaborazioni e a nuovi progetti. Qualche idea già l’abbiamo: attualmente stiamo valutando l’approccio alle cosiddette “fantascienze positive”, ovvero racconti e scenari ambientati in un mondo “futuribile” che possa essere preso a esempio come mondo “idilliaco”, nel quale non si corra più il rischio di regredire e dove è la cultura il vero “faro” di ogni sfida che la società ».