Gerbillo, chi è costui?
Il tenero roditore giunto nell’Acquese, spopola su Instagram
SPIGNO MONFERRATO – Cento anni fa probabilmente avrebbero parlato di mucche, maiali e animali da cortile; cinquanta, cani, gatti e qualche pesce rosso. Oggi nelle classi delle scuole italiane se ne sentono di ogni in risposta a ‘Quale animale hai con te a casa?’. E’ successo nei giorni scorsi in una classe delle Medie di Spigno Monferrato. La domanda ‘classica’ di una nuova insegnante agli alunni da poco conosciuti ha tirato fuori un caleidoscopio di bestiole del Creato. I soliti cani, gatti poi criceti, pesci tropicali e tartarughe acquatiche e di terra hanno sfilato nell’immaginario faunistico della docente fino al silenzio successivo alla declamazione «Gerbillo, ne ho tre!». Sorriso di circostanza, tra l’imbarazzato e lo stupito, vaglio mentale delle possibilità: ‘animale di fantasia o storpiatura del nome di una specie nota?’ Google è venuto in aiuto rivelando un mondo di informazioni sul gerbillo. «E’ un roditore – spiega il docente dopo essersi documentato – un topolino che vive nelle aree desertiche dell’Africa e della Mongolia. Negli ultimi anni ha preso molto piede come animale da compagnia perché è meno aggressivo con i propri simili di altre specie, tipo il criceto. Si nutre di semi, granaglie e grano turco». Dal confronto tra l’esperienza della bimba e il mondo di internet è emerso che l’animaletto, da adulto lungo al massimo 9 cm (coda esclusa), è un’instancabile ‘rosicchiatore’ e trascorre le sue giornate amabilmente a mordicchiare legnetti di ulivo, salice o bambù che tiene stretti carinamente tra le zampette anteriori, mentre sta seduto su quelle posteriori. Forse per l’aspetto pacioso negli ultimi anni l’esserino è divenuto una star di Instagram soprattutto tra gli utenti di Germania e Russia.
«Il gerbillo, ne esistono specie di diverso colore, bianco, nero, rosso e grigio, vive in media tra i tre e cinque anni e si adatta benissimo alle nostre temperature estive, un po’ meno a quelle invernali per questo è necessario tenerlo in casa – continua l’indagine diventata una ricerca di classe – E’ un animale socievole sia con gli umani, sia con i propri simili per questo è meglio adottarli in coppia. Possibilmente non un maschio e una femmina perché sono molto proliferi ed in breve la gabbietta si riempirebbe di roditori». Non morde, sta sul palmo di una mano ed ha un’espressione molto graziosa per quegli occhioni tenerissimi ereditati dal ghiro, suo parente europeo. Sarà per questo che l’insegnante spignese, al termine della ricerca, ne ha adottato uno ed ogni giorno ragguaglia la classe sulle condizioni di ‘Zuki’ divenuta la mascotte di quest’anno scolastico.