Nuova casa di riposo in zona Bagni, «ma lo Stato non si dimentichi di noi»
"Villa Giosanna" aprirà entro la fine dell'anno in via degli Stazielli
ACQUI TERME – Aprire una residenza per anziani in un periodo così particolare non è certo cosa per imprenditori poco inclini al rischio, non soltanto per le ansie e le difficoltà causate dalla nuova ondata epidemica. Andrea Romano, però, presidente della Cooperativa Azzurra, i rischi del mestiere li conosce bene e tra qualche settimana inaugurerà ad Acqui Terme in zona Bagni la nuova casa di riposo “Villa Giosanna”, ricavata dal recupero dell’omonimo ex albergo di via degli Stazielli, nei pressi del Centro Congressi.
«In realtà il progetto è partito ben prima dell’emergenza Covid, durante la quale abbiamo dovuto interrompere i lavori di ristrutturazione per più di due mesi. Ora possiamo dire di essere in dirittura d’arrivo». Una struttura all’avanguardia che aprirà i battenti entro fine anno – «stiamo aspettando il via libera della commissione di vigilanza» -, dotata dei più moderni comfort e di personale qualificato, «con a disposizione 23 posti letto in camere singole e doppie. Non sarà una Rsa, perché andremo a ospitare solo anziani autosufficienti o parzialmente autosufficienti. Al momento abbiamo già una decina di prenotazioni».
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Andrea Romano dirige due residenze per anziani (“Villa Azzurra” a Cassine e un’altra in provincia di Asti) e negli ultimi sette mesi ha imparato a fare i conti con le non poche problematiche amministrative alimentate dall’emergenza Covid. «Purtroppo l’epidemia ci ha messo di fronte a un’improvvisa carenza di personale, perché molto spesso le Asl hanno dirottato negli ospedali infermieri delle Rsa, delle case di cura e di riposo. Così, soprattutto durante il lockdown, in molte strutture il personale rimanente è stato costretto a turni massacranti e a operare in condizioni non certo ottimali».
Se almeno inizialmente da parte delle Regioni si era manifestata una certa premura nel rifornire le strutture dei necessari dispositivi di protezione, «passate le prime settimane di grande visibilità mediatica, siamo ripiombati nel dimenticatoio, tutti i dpi da mesi vengono acquistati in totale autonomia – lamenta Andrea Romano – Per noi gestori le spese sono aumentate sensibilmente. Basti pensare, ad esempio, che il costo dei guanti e dei prodotti igienizzanti è praticamente raddoppiato. Si sono poi aggiunti i costi dei tamponi che, iva compresa, si aggirano intorno ai 100 euro cadauno. Le rette, inoltre, sono ancora quelle stabilite dall’Asl dieci anni fa, non sono adeguate ai tempi e all’emergenza che stiamo attraversando. Servono nuovi interventi da parte del Governo, l’epidemia è di nuovo su livelli preoccupanti e le residenze per anziani non possono essere lasciate sole».