Noemi, Alberto e lo “sheepdog”: «Condurre un gregge è un’esperienza unica»
Alla cascina "Il lupo nero" di Sant'Anna si tramanda un'antica tradizione...
CASSINE – Noemi e Alberto sono una coppia di docenti, lei insegna Analisi delle Politiche Pubbliche all’Università del Piemonte Orientale, lui “Tecnologia dell’informazione e della comunicazione” alle scuole superiori; hanno due figli, cinque cani e cento pecore (circa). Noemi Podestà e Alberto Chiari vivono a Sant’Anna, frazione di Cassine, amano la vita di campagna e (come è facile intuire) gli animali. Dopo tanti anni di carriera accademica, Noemi inizia ad appassionarsi ad un’attività particolare ma di antichissima tradizione: lo sheepdog, ovvero la conduzione delle greggi con gli amici a quattro zampe. «Abbiamo cominciato con una decina di percore – racconta Alberto Chiari, compagno di Noemi – poi siamo passati a trenta, via via fino ad arrivare ad un centinaio». Pian piano, il cascinale “Il lupo nero” diventa un punto di riferimento in tutto il nord Italia (e non solo) in questa singolare disciplina e per le prove di conduzione di cani da bestiame.
Con i suoi 20 ettari di terreno, il centro di strada San Giovanni, però, ha una particolarità che lo contraddistingue da altre simili realtà: «Noi, infatti, al contrario della maggior parte dei centri di addestramento dedicati prettamente ai border collie, ci occupiamo di razze meno “tradizionali” in questo tipo di disciplina, come ad esempio i pastori belga, olandesi o tedeschi. Li avviciniamo alla conduzione rispettando le loro peculiarità caratteriali e comportamentali, senza snaturarle. Chiunque, però, può venire qui da noi con il proprio cane e, insieme a lui, provare l’emozione di portare al pascolo un gregge di pecore. Spesso abbiamo ospiti anche dall’estero». Il fine più nobile dello sheepdog è quello di migliorare il rapporto d’intesa uomo (o donna)/animale. «Durante la conduzione del gregge, col tempo, l’armonia e la collaborazione con il proprio cane si rafforzano sempre di più».
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Il centro “Il lupo nero” è affiliato all’Enci – Ente Nazionale della Cinofilia Italiana – e, oltre a corsi individuali per privati, ogni anno ospita numerose competizioni dedicate alle prove di conduzione del bestiame. «Accogliamo cinofili anche dall’estero: francesi, svizzeri, tedeschi, ungheresi. Abbiamo anche realizzato due piccole unità abitative in legno per coloro che intendono fermarsi qualche giorno qui da noi. Quando ospitiamo le prove competitive – sottolinea Alberto – i bed&breakfast della zona si riempiono».
La provincia di Alessandria, però, non è la Sardegna, dove questo tipo di tradizione agreste è certamente ben più radicata. Premesso che un capo ovino non ha costi d’acquisto particolarmente elevati (si va dai 100 ai 400 euro a seconda della razza) una domanda, però, sorge spontanea: in Piemonte si può vivere di solo sheepdog? «È possibile ma non è semplice – ammette Alberto – e, anzi, a volte può essere molto dura, soprattutto i primi tempi. Noi utilizziamo le nostre pecore solo per la conduzione con i cani e può capitare, come in effetti successo durante il lockdown, che le entrate scarseggino. Ad ogni modo, ci si può sempre dar da fare in qualche maniera». Tempo fa, ad esempio, Noemi e Alberto sono stati contattati da una ditta di pannelli fotovoltaici per soddisfare una richiesta abbastanza particolare: «Ci hanno presentato un’offerta per portare le nostre pecore a pascolare nei campi in cui sono installati i loro impianti, nei pressi dell’uscita del casello di Alessandria Sud. Avevano bisogno di ripulire l’area dall’erba alta e così hanno pensato ad un metodo alternativo e sostenibile».
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Le pecore, si sa, vanno tosate almeno una volta l’anno, di solito in primavera. Ma a rasatura avvenuta, che fine fa tutta quella lana? «Premesso che ormai la lana naturale ovina raramente viene utilizzata nel settore tessile – confida Alberto – qui in campagna la si può utilizzare per diversi fini: nell’agricoltura biologica, ad esempio, viene utilizzata per liberare le colture dalle erbe infestanti (“pacciamatura”, ndr) e per mantenere il terreno umido. Inoltre, se posata lungo i filari dei vigneti, funge da deterrente per gli assalti dei caprioli, che pare non ne sopportino l’odore».
Con la fine del lockdown i corsi e le attività dell’azienda agricola di Sant’Anna sono lentamente riprese: «Nel weekend dal 23 al 25 ottobre qui da noi si svolgerà una prova nazionale del circuito Enci. Colgo l’occasione per invitare i più curiosi a farci visita».