Tiro a segno: un altro servizio per il turismo?
Attivo dal 1864. Conta più di 400 iscritti
ACQUI TERME – Lungo il fiume Bormida si trova il Tiro a segno nazionale di Acqui Terme. Qui, all’aperto, in una zona esondabile, più di 400 iscritti si dilettano a sparare al bersaglio. Una disciplina esercitata dagli acquesi almeno dal 1864 (così riferiscono tracce storiografiche rinvenute in Comune), che fino al 1985 è stata addirittura praticata nelle segrete del Castello dei Paleologi. Ora è all’aperto e da oltre 30 anni diretta da Vallorino Fazzini. «Non siamo degli invasati guerrafondai – sorride il portavoce Pietro Galluffo – E’ uno sport riconosciuto dal Coni che merita rispetto e non facili demonizzazioni».
L’associazione del Tiro a segno acquese ha pensato di fare divulgazione nelle scuole per avvicinare i ragazzi a questa disciplina che da grandi soddisfazioni al Belpaese nelle competizioni internazionali. «Ci sono forti preconcetti nelle famiglie – lamenta Galluffo – Quando mi presento e dico che parlerei di armi, ai genitori si rizzano i capelli. Perché? C’è una paura generale di pistole e fucili perchè potenzialmente possono uccidere. L’arma in realtà è un pezzo di ferro, da sola non spara. Tutto dipende da chi l’adopera. Anzi conoscere lo strumento e educare al tiro può rendere consapevoli i ragazzi e non temere l’arma ma chi ne fa un uso improprio. Per noi è solo uno sport adatto a tutte le età». Ad esempio, i ragazzi tra dai 10 ai 18 anni, sparano con una pistola ad aria compressa che non supera una determinata potenza. «E’ come andare ad una fiera è sparare alle lattine – sintetizza – Per il tiro poi ci vuole istruzione sulle fasi del tiro, puntamento, mira, scatto e poi concentrazione. Insomma è come il tiro con l’arco».
All’orizzonte ci sono novità. Nel poligono acquese si allenano squadre di tiro a segno, da un pò anche dinamico. I risultati conseguiti a livello nazionale dalla compagine nostrana sono più che soddisfacenti. Inoltre, a breve, inizieranno i lavori per creare una linea di tiro di cento metri. Questo consentirà di sparare con armi lunghe dal calibro superiore 222 mm, il che aumenterà l’appetibilità della sede. E così è facile pensare ad un’integrazione nell’offerta turistica bollente, un tempo arricchita dal golf. La vostra struttura sarebbe in grado di ospitare gare? «Certamente – risponde Galluffo – Rispetto ad altre località, inoltre, abbiamo alberghi capaci di ospitare anche squadre numerose. Pensi che il Campionato Italiano coinvolge oltre mille atleti». Attesa la crisi del settore termale e la sensibilità dimostrata dal Comune per gli sport, in primis il ciclismo, un progetto condiviso con il poligono acquese (gestito da volontari senza sostegno pubblico) potrebbe andare a segno.