Costantino, cacciato da una casa d’emergenza comunale
Replica dell’Assessore Terzolo: «Ci prenderemo cura del caso»
ACQUI TERME – Costantino ha 49 anni. Da cinque anni viveva in una ‘stanza d’emergenza’ ricavata nell’ex stabilimento Merlo, da tempo abbandonato. Da stamani non ha più un tetto sulla testa. La sua vita non è sempre stata così. «Prima vivevo in casa popolare – racconta – Poi ho conosciuto una ragazza e dato che lavoravamo entrambi e volevamo metter su famiglia e gli spazi erano troppo piccoli, abbiamo deciso di andare in affitto e lasciare l’appartamento a chi avesse bisogno». I due si sposano, hanno un figlio, poi le cose vanno male: perdono il lavoro, si lasciano e il figlio, date le condizioni di estrema povertà, viene dato in affidamento ad un’altra famiglia.
«Mi sono trovato improvvisamente senza niente – confessa l’intervistato – Ho chiesto aiuto al Comune e mi hanno sistemato prima in una roulotte della Protezione Civile e poi, dato che questa cadeva a pezzi, in una stanza dell’ex Merlo dove avevano sistemato tre famiglie di stranieri».
Mi sono ritrovato improvvisamente senza niente, allora ho chiesto aiuto al Comune
Negli anni gli enti pubblici hanno trovato un alloggio popolare alle famiglie di extracomunitari mentre Costantino, essendo solo, rimaneva al fondo delle graduatorie e lì. «Una sistemazione dignitosa con la luce e acqua» dichiara umile. Ieri l’altro però la Polizia Locale gli ha intimato di lasciare la stanza. «Hanno cambiato i lucchetti, così per dormire sono dovuto entrare dalla finestra – sussurra – Mi hanno detto che devo portare via le mie cose sennò le buttano fuori loro. Ed io dove vado a dormire? Sotto il ponte? Alla stazione?».
L’intervistato percepisce il reddito di cittadinanza: «Mi arrivano a volte 300 a volte 500 euro – spiega – Arrotondo facendo qualche lavoretto qua e là, giusto per sbarcare il lunario. Non mi posso permettere niente. Una stanza in affitto non me la danno perché non ho una busta paga. Non ho parenti in vita che mi possano aiutare».
Eppure l’ex Merlo è del Comune e lì lo ha collocato, così riferisce, l’assessorato alle Politiche Sociali dell’Assessore Salamano in attesa di superare una situazione emergenziale che non si è risolta, anzi, oggi per volontà pubblica si è aggravata. «Ho chiamato gli Assistenti sociali; mi hanno promesso di darmi una mano – continua Costantino – Per ora sto cercando una stanza anche in un paese vicino per liberare l’alloggio. Come ci arrivo? In treno o a piedi. Devo rispettare quello che dicono i vigili. Mica posso finire in galera». Lì almeno un tetto sulla testa ce lo avrebbe.
Devo rispettare quello che mi dicono i vigili, mica posso finire in galera…
L’assessore alle Politiche Sociali Alessandra Terzolo, contattata per far luce sulla situazione di Costantino in una nota ha spiegato: «Premesso che ai fini della protezione dei dati personali gli uffici comunali non possono rendere informazioni pubbliche in merito alla situazione particolare di un cittadino. Si evidenzia che nel caso in esame il soggetto è da tempo conosciuto ai servizi del territorio presso i quali era stata presa in carico la ricerca di un’abitazione confacente alle sue esigenze. In merito occorre precisare che alcuni mesi orsono l’interessato aveva reperito una definitiva sistemazione abitativa presso alcuni congiunti, circostanza riscontrata anche dagli uffici competenti. Non eravamo a conoscenza di una nuova situazione di necessità, ma prendendo atto di quanto accaduto, garantiamo che i servizi, sin da subito, hanno contattato il nostro concittadino».