‘Sticca’ e ‘Villa Azzurra’ strutture “covid free”, «ma tamponi in grave ritardo»
La Rsa 'Villa Azzurra' ha sede in un convento ottocentesco
Cronaca, Generic, Home, Società
Alessandro Francini  
13 Maggio 2020
ore
15:39 Logo Newsguard
Cassine

‘Sticca’ e ‘Villa Azzurra’ strutture “covid free”, «ma tamponi in grave ritardo»

CASSINE – Tanti i lutti che forse si potevano evitare, i ritardi procedurali delle aziende sanitarie che hanno messo a dura prova le Case di riposo e le Rsa del territorio. Fortunatamente, esistono realtà dove tutto sembra essere andato per il meglio. A Cassine, ad esempio, nelle due case di riposo del paese il coronavirus – almeno finora – è rimasto chiuso fuori dalla porta. Fortuna? Lungimiranza? «Forse un po’ di tutte e due – confessa Mirko Orsi, presidente della residenza per anziani ‘Opera Pia Sticca’ – Abbiamo chiuso la struttura a fine febbraio, ma le direttive dell’Asl sono arrivate l’8 marzo, quando ormai avevamo già applicato i protocolli emanati dal Ministero». Allo ‘Sticca’ sono stati effettuati i tamponi sia sui 37 ospiti che sul personale interno, «e in entrambi i casi non si rilevano positività». Dall’inizio dell’emergenza si è registrato un solo caso sospetto, «subito isolato e comunque risultato poi non ricollegabile al Covid 19. Ad ogni modo, non sono mai mancati i dispositivi protettivi, anche grazie al supporto del Comune, della Protezione Civile e della Croce Rossa, che ringrazio. C’è stata grande sinergia operativa tra il nostro direttore sanitario e il personale. A loro va tutto il merito».

Anche alla Rsa ‘Villa Azzurra’ tutti i 50 degenti sono risultati negativi al Covid, «ora siamo in attesa dei tamponi per il personale interno. Ad ogni modo, siamo ottimisti – sottolinea il direttore, Andrea Romano – Anche qui da noi ingressi chiusi già da fine febbraio. All’inizio alcuni parenti erano un po’ contrariati, ora però ci ringraziano». Da subito, “prevenzione” è stata la parola d’ordine, «abbiamo anche riorganizzato gli spazi interni per ridurre al massimo la possibilità di contagio». Con gli smartphone di infermieri e oss i degenti sono rimasti in contatto con i propri cari, «era necessario tranquillizzare i nostri anziani, che comunque percepivano il comprensibile clima di tensione».

Dall’insorgere dell’emergenza, le due strutture cassinesi hanno collaborato per quanto possibile, e sia Mirko Orsi che Andrea Romano concordano su un punto: «Aver aspettato due mesi per i tamponi è molto grave. Le conseguenze, per quel che ci riguarda, potevano essere ben peggiori. In altre strutture del territorio non sono stati così fortunati, purtroppo. All’inizio, di sicuro, è stato perso del tempo prezioso».

Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione