A Cassine mascherine “pubbliche” col contagocce
Nei paesi dell'Acquese non ovunque la distribuzione dei dispositivi è stata abbastanza capillare...
ACQUI TERME – L’emergenza sanitaria ha mostrato come ogni ente dotato di imperio si sia organizzato per affrontare al meglio l’epidemia I media hanno raccontato ricette regionali differenti, alcune fantasiose, molte discordanti. Ma che differenze sostanziali si registrino tra paesi distanti pochi km, sembra assurdo.
L’argomento è quello principe delle discussioni locali: la distribuzione delle mascherine. Mettiamo a confronto due Comuni dell’Acquese: Terzo e Cassine. Il primo conta circa 900 abitanti. Dati certi affermano che qui sono state già organizzate tre distribuzioni pubbliche da 1.500 mascherine cadauna e il sindaco Vittorio Grillo ne ha stipate in Comune per i futuri rifornimenti. Questa mole di presidi è dovuta alla partecipazione ad un consorzio, capeggiato da Casale, che ha consentito l’approvvigionamento ad un prezzo calmierato di 30 centesimi di euro l’una.
La campagna logistica di Cassine, paese di quasi 3.000 abitanti, è stata meno capillare. E’ stata distribuita una sola mascherina ogni abitante over 65 anni (parliamo di quelle chirurgiche teoricamente usa e getta). Qualche giorno fa un altro carico. «Ci hanno messo nella cassetta delle lettere, in confezioni semi-aperte, una mascherina per capo famiglia» ci raccontano in paese. Il 4 e 5 maggio ne è seguita un’altra per gli over 50 che però non avessero già goduto delle distribuzioni precedenti. E gli altri? Sono costretti a cercarle negli esercizi commerciali.