Mascherine a tutti gli acquesi. Alcune, però, sono diverse…
«Impossibile avere in tempi brevi una fornitura completa di mascherine chirurgiche»
ACQUI TERME – La Protezione Civile di Acqui Terme si è data un gran da fare in questo mesi di emergenza sanitaria. I volontari coordinati dalla cabina di regia composta all’apice dal sindaco Lorenzo Lucchini, il presidente Lorenzo Torielli e il comandante della Polizia Locale, Paola Cimmino, hanno trasformato maschere da sub in caschi respiratori e presidi Fp3, prestato assistenza alimentare, monitorato e fornito servizi ai soggetti in quarantena e tanto altro. Tra questi, anche il confezionamento di mascherine che poi Palazzo Levi ha i spedito nelle case degli acquesi. Il gesto è stato ovviamente apprezzato dalla comunità seppur è immediatamente incendiata la polemica sulla differenza di fornitura. Infatti, mentre ad alcune famiglie sono state recapitate mascherine chirurgiche, ad altre sono state inviate quelle che ricordano il noto panno per la polvere. Sui social se n’è detta di ogni, dalla battuta ironica a quella ‘feroce’.
«L’approvvigionamento dei presidi di protezione rimane tutt’ora un grande problema e non è stato possibile avere in tempi brevi e simultaneamente una fornitura completa di mascherine di tipo chirurgico per tutta la cittadinanza: in città sono state distribuite oltre 17 mila mascherine di questo tipo».
«Purtroppo – è la motivazione fornita da Palazzo Levi – l’ultima fornitura non è stata sufficiente a soddisfare la consegna ai restanti nuclei familiari. Alla luce di questa seconda fase delicata, abbiamo ritenuto necessario dare in ogni caso un segnale, distribuendo circa 2 mila mascherine monouso di tessuto non tessuto normalmente in dotazione ai nostri agenti della Polizia Locale».
E ancora: «Dispiace che queste mascherine siano state oggetto di una critica ingiusta. La Protezione Civile ha svolto un lavoro faticoso per l’approvvigionamento e la distribuzione e ci rammarica che non sia stato percepito e riconosciuto questo ulteriore sforzo».