A Ponzone critiche sulla gestione dei bonus alimentari
Critiche all'amministrazione comunale per la distribuzione dei buoni e per l'obbligo di fare spesa in paese
PONZONE – Le stanze romane hanno teso una mano alle famiglie in difficoltà economica a causa delle disposizioni anti-contagio. Ogni Comune ha ricevuto risorse per emettere dei buoni spesa e garantire il minimo in questo periodo di ‘serena’ reclusione.
I Municipi hanno pensato ad una procedura per individuare e raggiungere i nuclei bisognosi. Nel piccolo paese di Ponzone la gestione è stata accentrata dal Comune ed è stata al centro di accese polemiche. «Le persone in difficoltà economica sono costrette a mettersi in fila davanti agli uffici comunali per ritirare il certificato che concede loro i buoni pasto – hanno lamentato alcuni cittadini – Viviamo forse in un Comune con un così alto numero di situazioni di indigenza da non poter formulare un’altra metodologia per ritirarli, evitando ad essi, oltre all’umiliazione di doverne beneficiare, anche a quella di doversi mettere in fila pubblicamente alla berlina di chi li vede?».
Le critiche si sono posate anche sull’obbligo di acquistare in paese (con prezzi più altri rispetto ai supermercati più grandi di Acqui) e sugli scarsi controlli su chi, nonostante la quarantena, indisturbato va a fare lavori nelle seconde case. «Un’affluenza di circa venti capifamiglia a settimana non è eccessiva. In sicurezza si raggiunge il primo piano e si parla solo con il sottoscritto – ha risposto il Fabrizio Ivaldi – Il modulo di richiesta è anche online ma non tutti hanno la strumentazione per operare via internet o stampare il modulo.Non ho colpe per chi non rispetta le regole. La spesa negozi ponzonesi? Evita pericolosi spostamenti».