Infermieri, “niente quarantena e lavoro non stop”: ora l’esposto in Procura
Il NurSind contro il Decreto Ministeriale del 9 marzo: "Personale esposto ad un alto rischio"
ALESSANDRIA – Niente quarantena per le professioni sanitarie, e sospese le garanzie sugli orari di lavoro. Il NurSind, sindacato professioni ospedaliere, scende in campo presentando un esposto in Procura ad Alessandria, contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte e i vari ministri che hanno firmato il Decreto numero 14, del 9 marzo, dove viene sancito lo stop della quarantena per i professionisti sanitari, e la sospensione delle garanzie sugli orari di lavoro.
L’azione è firmata dal legale rappresentate alessandrino del NurSind, Salvatore Lo Presti. L’ Asl ha già adottato le nuove misure, altri, come l’Aso non hanno ancora riconvertito ma sono in procinto di farlo, spiega il sindacalista. Quindi, si passa dai turni normali che prevedono 7-8 lavorative al giorno per persona, alle 12 ore. Senza pause, tantomeno riposi settimanali.
“Sono condizioni sicuramente accettabili – spiega Lo Presti, che sottolinea come ogni operatore si stia impegnando al massimo delle forze – nel caso di un’emergenza di breve durata. Ma non è questo il caso. Ora il personale rischia di ammalarsi“. Tutto questo con Dispositivi di sicurezza resi legali dall’Unità di Crisi ma che per gli operatori non sono sufficienti a garantire la massima protezione.
L’esposto riguarda, nello specifico, due articoli: il numero 7 e il numero 13. Il primo prevede che la quarantena per il personale sanitario venuto a contatto con i casi confermati di malattia infettiva sia attivata solo in caso di sintomatologia respiratoria o test positivo. Diverso l’approccio per la popolazione: di fronte all’ipotesi che si possa aver contratto il coronavirus scatta l’isolamento fiduciario per 14 giorni, e nel frattempo si predispone il tampone. Una disparità di trattamento che scatena la protesta di chi lavora al fronte.
“Questo stato di cose – continua Lo Presti – comporta un rischio altissimo per gli infermieri, e in seconda battuta, ma non meno importante, per pazienti e famiglie. Tanti colleghi vivono lontano dalle famiglie per evitare di contagiarli“.
L’articolo 13, invece, prevede la sospensione dei limiti orari imposti dal contratto. “In questo modo – continua – le Aziende possono legittimamente far fronte alle difficoltà del momento utilizzando personale infermieristico e Oss senza alcun rispetto dell’orario di lavoro. Sospese le 11 ore di riposo previste tra un turno e l’altro, le pause e il riposo settimanale. Di fronte a un’emergenza che rischia di prolungarsi nel tempo, gli operatori sono esposti a un rischio altissimo“.