Franca Roso confermata presidente Ancot…ma il Comune di Acqui dissente
ACQUI TERME – L’assemblea dell’Associazione Nazionale Comuni Termali nei giorni scorsi ha eletto i propri vertici e confermata, con voto unanime, la presidenza all’acquese Franca Roso.
Fiducia per altri tre anni alla commercialista nostrana che ha fatto un rendiconto dei traguardi raggiunti dall’associazione sotto la sua reggenza. «La fiducia che l’Assemblea ha espresso nei miei confronti mi emoziona e mi inorgoglisce – ha dichiarato – ma, allo stesso tempo, accresce in me il senso di una grande responsabilità che rappresenta l’unico modo per onorare così tanta e preziosa stima espressa da parte dei sindaci che aderiscono ad Ancot. Ringrazio tutti i sindaci per il lavoro svolto i questi anni, tengo a sottolineare che senza il loro supporto e il loro impegno non si sarebbero potuti e non si potranno raggiungere in futuro gli obiettivi che ci siamo prefissi. Solo una formula può’ essere vincente, ed è il lavoro di squadra nel quale, da sempre, credo».
Tutto bene, ma non benissimo. «Unica nota stonata l’abbandono dell’assemblea da parte del sindaco di Acqui Terme Lorenzo Lucchini che, dopo gli unanimi consensi alla riconferma espressi da tutti i sindaci presenti, immediatamente prima dell’espressione di voto, ha annunciato la rinuncia da parte del comune di Acqui a far parte dell’associazione – ha spiegato Enrico Rapetti, responsabile della comunicazione dell’Ancot – Scarne e poco comprensibili le ragioni avanzate dal primo cittadino che avrebbe motivato la decisione sulla base di recenti contrasti personali personali con la Presidente Franca Roso, contrasti, peraltro, che nulla avrebbero a che vedere con la gestione dell’Ancot».
«Mi dispiace tremendamente – ha commentato la Roso – Nel rammarico che provo, mi auguro almeno che tale decisione sia stata presa dopo un confronto con il Consiglio comunale. Recedere da un’associazione di stampo nazionale, che ad oggi conta ben 55 comuni termali significa negare alla città di Acqui un’opportunità fondamentale che da tempo sta cercando. Considerato il difficile momento che Acqui sta attraversando sotto il profilo economico, rinunciare ad inserirsi in progetto strategico mirato al rilancio di tutto il settore termale, significa danneggiare ulteriormente la città. Se, come ho avuto modo di apprendere dalla stampa in questi giorni, l’intenzione fosse quella di surclassare la millenaria storia termale di Acqui anteponendo a questa iniziative di carattere eno-gastronomico fini a se stesse, perderebbe completamente senso la logica strategica di Ancot. Il cui intento è quello di fare del termalismo il veicolo fondamentale per il rilancio di tutte le peculiarità del territorio, comprese, ovviamente anche quelle eno-gastronomiche che ritengo di rilevante importanza».