Tassa di scopo per le frane? Il Pd si interroga…
ACQUI TERME – Nell’ultimo Consiglio comunale si è parlato di bilancio di previsione e di tasse. Il Consigliere di minoranza Carlo De Lorenzi ha lamentato un aumento del carico fiscale generale dovuto ad una più esosa imposizione per l’occupazione di spazi pubblici (dehor, plateatico, ponteggi eccetera) e all’istituzione di una tassa per l’emergenza alluvionale. «Il contributo di scopo per le frane va ad aumentare l’Imu sulle seconde case e attività produttive – ha denunciato il piddino – Dice l’assessore Mighetti che si tratta di carichi per i contribuenti abbastanza risibili. Sarà, ma comunque ci sono e non è impossibile che il combinato disposto delle due imposte non possa portare qualche contribuente a versare qualche centinaio di euro in più all’anno (immaginiamo ad esempio il proprietario di un bar con dehor). Continua l’assessore che, soprattutto la tassa di scopo, è giustificata dalla emergenza frane. Va bene, ma sia lecito dire che se aumento il carico fiscale contestualmente si debbono diminuire sprechi e se possibile evitare spese non strettamente necessarie».
L’esponente della minoranza ha in mente diversi esempi. «Parliamo di sprechi – ha detto – Viene aumentata la tassa per l’occupazione spazi pubblici che ha un gettito di 340 mila euro annui in entrata. Mettiamo che come detto l’incremento sia dell’1 o 2%; ciò significa che il gettito in aumento sarà di circa 7mila euro. Ebbene, abbiamo visto nei mesi passati fare questa operazione: io Comune faccio uno sconto sulla tassa che deve pagare un imprenditore per l’impalcatura del suo cantiere (Piazza Bollente) dato che voglio utilizzare il telone che copre il ponteggio per fare proiezioni (dalle quali il Comune stesso dovrebbe incassare qualcosa per la proiezione anche di spot pubblicitari). Ebbene, lo sconto si concede subito (e non entrano 6.500 euro nelle casse pubbliche), ma poi il Comune, per inefficienze varie, non riesce ad organizzare nulla. Totale, l’aumento della tassa va a coprire sostanzialmente uno spreco pubblico».
C’è anche un pensiero per le spese non necessarie: «il Comune decide di devolvere una parte del ricavato delle somme incassate come recupero crediti al dipendenti e ai dirigenti che lavorano in quel settore. Trattasi del 5% di una somma che onestamente non abbiamo capito quanto sia (sui giornali si parlava trionfalisticamente di 1.300mila euro, dal prospetto redatto dai revisori dei revisori dei conti paiono 500mila). La spesa (o meglio minore entrata) non è obbligatoria e francamente se chiamiamo alle armi i cittadini imponendo una tassa di scopo (ultima ratio di un ente pubblico) allora abbiamo il dovere di chiedere sacrifici anche ai dirigenti e ai dipendenti. E poi non erano i 5 stelle che organizzavano gazebi chiedendo la diminuzione degli emolumenti dei dirigenti dicendo che con tali risparmi avrebbero finanziato asili nido?».