Un tempo c’era il museo della bicicletta, in via Goito 22…
ACQUI TERME – Qualche anno fa, dalle pagine del nostro giornale, avevamo dato l’annuncio della nascita di un’esposizione un po’ particolare: il Museo (privato) della bicicletta. Nel cuore della città, in via Goito 22, i passanti venivano attirati da una vetrina impreziosita dall’esposizione di biciclette d’epoca. All’interno, un cortile degli anni 70/80, con portoni, numeri civici, rubinetti gocciolanti e panni stesi. Era l’idea un po’ bislacca di Claudio Pronzati e Angelo Olivero che, sistemato un immobile messo a disposizione da una signora, avevano realizzato un piccolo museo della bici di indubbio valore storico, realizzato con 140 pezzi propri o prestati da collezionisti.
Tutto ciò avveniva quasi un lustro fa, prima che scoppiasse la moda dei musei dedicati alle due ruote. Tanti i visitatori, grazie alla ‘rete’ tessuta con 180 esercizi commerciali che offrivano sconti a chi si presentava con la tessera del museo acquese. Le biciclette di Angelo e Claudio hanno abbellito le vetrine di tanti negozi acquesi, preso parte alle parate e rappresentazioni corali . «Portare avanti tutto in due era improponibile – ci ha spiegato Pronzati – Ci è stato promesso dalla politica sostegno per la gestione del museo, volontari, personale che potesse garantire l’apertura senza costringere noi, che non guadagnavamo nulla dall’iniziativa, di sacrificare oltremodo la vita privata». Così non è stato e col tempo il Cortile è rimasto sempre più chiuso limitandosi oggi ad essere una bella vetrina per i passanti. Che sia giunto il momento di includerlo in un progetto, stavolta pubblico, di rilancio?